"I cuscini mancanti sono trentaquattro, uno in più di quanti ne avevamo contati nel 2011. In parte è una buona notizia. Significa che negli ultimi tempi la voglia distruttiva dei palermitani non ha quasi causato altri danni. Non è migliorata, invece, l'attenzione di chi sarebbe stato preposto alla sostituzione dei guanciali scomparsi. Erano cinquantasette all'inizio, di un bel blu elettrico, rivolti verso il mare insieme ai divani allegramente colorati nella passeggiata in fondo al prato del Foro Italico. Oddio, chiamarlo prato, visto le condizioni in cui versa, è arduo. Pure quello che circonda la Cala pare consumato. Ma torniamo ai cuscini. E poi parleremo dei birilli. Ok. Il parco della Favorita non può essere chiuso. Resta un interrogativo. Quando si promettono le cose nelle campagne elettorali, si verifica prima la fattibilità di ciò che si vuole fare? Per carità, la realizzazione tecnica di certi progetti è più facile a dirsi che a farsi. Ma con i cuscini sarebbe più semplice. Uno va lì, conta quelli che sono passati a peggior vita, al posto dei quali vi sono delle sgradevoli macchie di cemento, e ne ordina degli altri. Restaurando quelli rimasti e rinfrescando i colori delle panchine. Se per caso non andassero di corsa, gli addetti potrebbero pure notare che lo spazio adiacente, che una volta era bianco e celeste, è tutto crepato e scolorito. E se poi si volesse esagerare, si potrebbe pensare pure di mettere dei comodi sedili (che i divani sono, anzi erano, belli ma poco confortevoli), rivolti verso il mare.(…)
Per la verità, altri pezzi presenti sul prato del Foro Italico, sono spariti (ricordo i totem di ceramica che avevano vinto un premio a Verona), e col tempo che trascorre ne avremo una memoria sempre più sbiadita. Ma almeno rendiamo dignitosi quelli rimasti. Altrimenti li si tolga e li si sostituisca con altro. E non è finita meglio ai birilli colorati che fanno da dissuasori lungo il perimetro del prato. La loro forma prende spunto dal profilo del busto marmoreo di Eleonora d'Aragona. All'inizio erano di colori brillanti, belli da vedere. Adesso i più di mille e cinquecento rimasti non si possono più guardare. Poi ci sono quelli che mancano. Ne abbiamo contati più di duecento. L'effetto complessivo è davvero brutto. Possibile che nessuno di quelli che dovrebbero assicurare l'integrità del luogo se ne sia accorto e abbia rimediato? Parliamo di un sito tra i più frequentati, mica di qualche angolo buio dello ZEN o di Ballarò. La “scomparsa” dei cuscini l'avevamo vanamente denunciata, da queste pagine, tre anni addietro, in vigenza della passata amministrazione, ma vediamo che nemmeno con l'attuale si è provveduto a intervenire.
Ora, il punto è che possiamo anche farcene una ragione se sul sogno del Parco della Favorita chiuso al traffico dobbiamo metterci una croce. Forse dobbiamo pure farlo con la chiusura da Piazza Croci alla Stazione Centrale. Anche sul porticciolo di Sant'Erasmo risanato nutriamo a questo punto poche speranze. Si tratta di cose non viste e alle quali non ci si è potuti affezionare. Ma la passeggiata al Foro Italico l'abbiamo immagazzinata come un fermo immagine che fa parte dei momenti di svago. Almeno quella curiamola, vista che ce l'abbiamo già. Non vorremmo che, un pezzo mancante dietro l'altro, ci restasse solamente il bel panorama, quello per fortuna nessuno lo può toccare, e il liquido marino. (…)"
(Francesco Palazzo, La Repubblica/Palermo,11 marzo 2014: I pezzi mancanti del panorama urbano)
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