Testimone dei principali avvenimenti mondiali degli ultimi cinquanta anni, ha intervistato grandi personaggi, quali John Fitzgerald Kennedy, Nikita Khruščёv, Ernesto "Che" Guevara, Padre Pio, Salvatore Giuliano, Gheddafi, Khomeini, Yasser Arafat, Shimon Peres, Madre Teresa di Calcutta, Golda Meir, Saddam Hussein.
E’ stato uno dei più acuti specialisti del mondo arabo e islamico.
Ecco come lo ricordano:
- Marcello Sorgi, editorialista de La Stampa:
- Marcello Sorgi, editorialista de La Stampa:
(…)“Igor Man era un tipo unico, a cominciare dal nome d’arte che s’era dato ed era riuscito non si sa come a far stampare sui suoi documenti. Aveva un metabolismo mediterraneo, gli era rimasto attaccato il fuso orario dei vecchi giornalisti che andavano a dormire tardissimo, con la prima copia fresca di stampa ritirata alla rotativa. Personaggio da film, era uno degli ultimi di un’epoca romantica e appassionata. In Vietnam, mentre la moglie adorata, Mariarosa, metteva al mondo suo figlio Federico: il telegramma per avvertirlo della nascita lo raggiunse quando il bambino era già tornato a casa. E poi in Cile, a Cuba, a Panama e in Costarica: per molti anni non c’era guerra o guerriglia, crisi grande o piccola nel mondo che non lo vedesse schierato in prima linea. Allora le missioni duravano mesi, l’informazione tv quasi non esisteva, gli articoli si mandavano col telegrafo o dettandoli a un dimafonista, e cominciavano con il fatidico distico «dal nostro inviato speciale ».
- e il figlio Federico Manzella: (da qui:)
Qual è l’insegnamento più importante che suo padre lascia alle nuove generazioni?
"La lezione è semplice: dire sempre la verità, cercare di capire cosa accade ed instaurare un rapporto di lealtà nei confronti del lettore, oltre che verso l’editore ed il proprio Paese. Il giornalismo dell’epoca era un mestiere duro. Ricordo che una volta mio padre doveva raggiungere Teheran; non c’erano voli e dovette insieme a Bernardo Valli passare diversi giorni in automobile. Pur di arrivare sul luogo, vedere e raccontare con i propri occhi ciò che succedeva sul posto, mio padre dormì in una moschea, in automobile, al freddo senza confort. Un altro insegnamento è parlare dei fatti trattando allo stesso modo i capi di Stato e gli umili."
(Non so quando e come ho conosciuto Igor Man: deve essere stato a metà degli anni ’90, forse intervistato in TV da qualcuno. Lì Igor Man parlò di un suo libriccino di racconti, dal titolo Il professore e le melanzane (Rizzoli, Milano, 1996). In realtà la storia che dà il titolo al libro è la narrazione di un momento autobiografico della vita di Man, la morte di sua madre. Ogni tanto rileggo quelle pagine. E mi commuovo ogni volta. Grazie, Goriunka)
(Goriunka era il nomignolo affettuoso con cui lo
chiamava sua madre,Elfride Neuscheler, una nobildonna russa).
qui (http://www.libraccio.it/ser/serfat.asp?site=libraccio&xy=Man+Igor) si possono trovare un po' di libri di Igor Man, che è uno che tra le altre cose, si fa leggere benissimo
RispondiEliminaSpunto interessante :)
RispondiEliminaSembra anche lui un personaggio da romanzo. Cercherò i suoi libri, grazie!
RispondiEliminaIgor è il mio nome preferito per un maschietto, ho proposto questo nome a tutte le mie amiche quando aspettavano un marmochietto ma nessuna a voluto ascoltarmi...
RispondiEliminaIgor resterà nel mio cuore come Igor Man con i suoi doni, i suoi libri !!!
Grazie cara Maruzza di averlo ricordato !
Cormoabbracci !!!
Grazie per questa "memoria". Da approfondire sicuramente.
RispondiElimina@franz: grazie per il link! I suoi scritti, dici bene, si fanno leggere benissimo.
RispondiElimina@Dany M: davvero un grande giornalista. Grazie della visita!
@Silvia Pareschi: ti consiglio, in particolare "Il professore e le melanzane".
@Pippi: che piacere sentirti! In effetti, Igor è davvero un bel nome! A presto. Cosmoabbracci affettuosi.
@Santa S.: Igor Man aveva il dono di unire il particolare e l'universale, l'umanità qui e ora e i grandi problemi storico-sociali. Un abbraccio.