Il tema in cui si chiede agli alunni di presentare il gruppo dei compagni e raccontare amicizie e interessi comuni è un classico a cui nessun insegnante di scuola media si sottrae. Ecco cosa è venuto fuori dal compito di una ragazzina di prima media di una scuola di Palermo: “Io non so mai niente di quello che si organizza in classe: qualche giorno fa i compagni avevano deciso di andare al cinema; l’ho saputo per caso quando una compagna mi ha chiesto se andavo. Avevano deciso tutto su whatsapp! Sono caduta dalle nuvole! Non ho whatsapp perché il mio cellulare è vecchio; in famiglia, con cinque fratelli, siamo in sette; mio padre non può comprare a tutti il telefono nuovo.” Quest’alunna ci dice che oggi l’emarginazione ha nuovi indicatori: a fare la differenza sono lo smartphone e i “mezzi di connessione” di cui si dispone. Meditate, professori, meditate …
Maria D’Asaro ,“Centonove” n. 14 del 9.4.2015
non hai whatsapp...? scusami ma anch'io non potrei fare senza, ormai... ciao
RispondiEliminaForse Asimov, quando preconizzava un mondo dominato dalle macchine sull'uomo, aveva ragione...
RispondiEliminaPerò questo è il progresso, inarrestabile.
Una volta non si andava al cinema perché magari i compagnetti decidevano deliberatamente di escluderti. Ora vige la casualità (e a volte neppure troppo casuale) della selezione tecnologica. Che, tra l'altro, oltre ad escluderti ti fa sentire il peso di non essere economicamente e socialmente come gli altri.
RispondiEliminaSaggia , molto saggia alunna...ho una totale allergia per tutta la tecnologia...ma purtroppo...
RispondiEliminaNon uso What's up!!!!
Abbraccio serale!
Tristemente e con un autentico stupore, un giorno, un ragazzo, di seconda liceo, guardando su facebook il suo profilo sul computer della biblioteca in un attimo di pausa dalla lezione, esclamò: - Ma perché su facebook ho duecento amici e qui a scuola non mi cerca nessuno? - A uno questi dubbi vengono, o no?
RispondiEliminaUn recente studio negli USA fa riflettere: a Facebook, strumento di connessione tra "comuni mortali", i teenager più agiati preferiscono Instagram, perché consente di sfogare il proprio "narcisismo" a senso unico, ovvero senza dover dimostrare alcun interesse per ciò che fanno gli altri utenti. E ancora, sul sito "Lonely Tweets" [http://lonelytweets.com] scorrono in tempo reale tutti i tweet degli utenti che manifestano solitudine: tanti, decisamente troppi. E poi li chiamano "social"... Il tuo aneddoto s'incastona alla perfezione, purtroppo. Meditiamo.
RispondiElimina@Aliza: capisco bene i vantaggi collettivi delle nuove app. Ma mi fa pena l'alunna che non si può permettere un telefonino compatibile con whatsapp. Ciao! Buona serata!
RispondiElimina@Costantino: sicuramente Asimov aveva previsto e capito tante cose! Un caro saluto da Palermo.
@Veronica: condivido ogni parola del tuo commento. A presto. Un abbraccio.
@Nella Crosiglia: anch'io sono un pò allergica alle novità tecnologiche. Il problema è potere scegliere ... Ricambio l'abbraccio!
@bibliomatilda: i social non ci rendono affatto più ... socievoli! A presto. Buona serata.
@DOC: grazie della tua documentata e acuta disamina sui nuovi social. A presto un abbraccio.
tristezza
RispondiElimina@amanda: ciao Amanda, benvenuta nei mari. Grazie della visita e del commento.
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