martedì 23 giugno 2015

Scintille di possibilità

Nonna Salvatrice e nonno "Turiddu" 
     Mentre papà e mamma lavoravano in città, l’estate di Maruzza trascorreva in paese con la sorellina, con zia Lillia e il nonno: nella magica casa con i mobili antichi, le travi di legno coperte dall’incannucciato, i ritratti di tre generazioni, l’ampia cucina che custodiva il forno a legna e i pentoloni di rame, il terrazzino da cui la sera luccicavano una ad una le stelle della via Lattea.
       Nei lunghi e assolati pomeriggi estivi, le due sorelline facevano la siesta nella stanza con i quadri dei santi e la cassapanca con i piedi di leone. Vicino alla finestra, la tiepida penombra era interrotta da una fessura dell’incannucciato, da cui scorreva un caldo pulviscolo luminoso. 
Maruzza adorava quel fascio di luce: era per lei una promessa di futuro, il bagliore della vita che splendeva con le sue infinite scintillanti possibilità.

3 commenti:

  1. Piccolo mondo antico... evocativa la scena di te che guarda il bagliore delle infinite possibilità. Eravamo davvero "belli" da bambini, ed è ancora così leggendoti :*

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  2. @Santa: grazie del dono del tuo sguardo nella mia infanzia. Lasciamo sempre uno spazio al bimbo creativo che abbiamo dentro ... Un abbraccio.

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  3. Quanto fascino le case dei nonni! E quelle foto! Io passavo pomeriggi interi a sfogliare gli album color seppia che raccontavano la storia della mia famiglia. In posti come quello mi sentivo protetta e pensavo a quello che sarei stata.

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