mercoledì 14 marzo 2018

Cin cin alternativo al melograno

       Pregiato champagne francese o frizzante  spumante piemontese, la materia prima di ogni brindisi che si rispetti è da sempre il vino, ricavato dal prezioso frutto della vite, già caro al dio Bacco. Da quest’anno però, grazie alle ingegnose sperimentazioni degli studenti dell’Istituto professionale per l’Agricoltura “Abele Damiani” di Marsala, in provincia di Trapani, sarà possibile un cin-cin alternativo: gli studenti, guidati dal professor Bartolo Tumbarello, hanno infatti creato una nuova bevanda alcolica, la cui base sono i chicchi rossi e succosi del frutto del melograno.
       L’albero del melograno, dal frutto così particolare e attraente e dai piccoli fiori rosso vivo che fioriscono a maggio, è abbastanza diffuso in Sicilia. Originario dall’Asia sud-occidentale, è presente dall’epoca preistorica nell’area costiera del Mediterraneo dove fu apprezzato e coltivato già dai Fenici, dai Greci, dai Romani (ai quali si deve il nome latino Punica granatum), e in seguito dagli Arabi. La melagrana è un frutto tra i più ricchi di sostanze antiossidanti, che aiutano il nostro organismo a mantenersi in salute e a prevenire l’invecchiamento precoce. Contiene inoltre vitamina A, C, E; è benefica anche per il sistema immunitario e per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo e abbassare la pressione sanguigna.
       Oltre all’innovativo distillato alcolico di melegrane, gli alunni dell’Istituto agrario “Abele Damiani”, guidato dal dirigente Domenico Pocorobba, si distinguono per quantità e qualità di coltivazioni rigorosamente biologiche: nei terreni loro affidati si coltivano la tumminia, un pregiato grano duro, la quinoa, uno pseudo-cereale privo di glutine e ricco di proprietà nutritive, e si producono olio d’oliva di qualità e i vini grillo e zibibbo. Davvero una buona scuola, l’Abele Damiani, capace anche di portare i prodotti coltivati sulla tavola del ristorante didattico, già attivato dallo scorso anno presso i locali dell’Istituto. Esempio virtuoso di una filiera corta in grado di sposare la qualità dei prodotti locali con la tutela dell’ambiente.

Maria D'Asaro
(pubblicato su: Il Punto Quotidiano)

2 commenti:

  1. Quanto lavoro serio, competente e silenzioso nella scuola... E' bene ricordarlo.

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    1. @Rossana: si tratta di far esprimere al meglio la "mission" di ogni scuola, al di là di discutibili sperimentazioni (alternanza scuola/lavoro in un liceo classico o scientifico, pensati invece per formare agli studi universitari e di settore) e/o di facili slogan o 'burocraticismo' sterile e di facciata.

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