Gustavo Zagrebelsky, Docente di Diritto Costituzionale |
"La separazione dei poteri è uno dei principi cardine del costituzionalismo liberale e tale da connotare in buona parte le stesse democrazie costituzionali. Benché l’idea delle tripartizione delle funzioni fondamentali dello Stato (legislativa, esecutiva, giudiziaria) si ritrovi già in Aristotele, l’idea della separazione dei poteri è assai più recente ed è riconducibile a Montesquieu, il quale aveva messo in evidenza la necessità che queste tre funzioni fossero affidate a organi diversi, in posizioni di reciproca indipendenza tra loro, al fine di evitare che potesse essere minacciata la libertà. (…)
Il principio della separazione dei poteri ha poi trovato la sua massima realizzazione storica nelle grandi Rivoluzioni dell’età moderna e nei coevi documenti costituzionali. Sia quella inglese che quella americana che quella francese prevedevano, infatti, forme di organizzazione costituzionale caratterizzate da una rigida separazione dei poteri (…)
D’altra parte, il fatto che la separazione dei poteri fosse la stella polare del costituzionalismo moderno è attestato all’art. 16 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino francese del 1789, ove viene testualmente affermato che «ogni società nella quale la garanzia dei diritti non è assicurata e la separazione dei poteri non è determinata non ha una costituzione».
Con il XIX secolo e l’affermarsi del regime parlamentare (…) il principio della separazione dei poteri viene riletto alla luce dell’evoluzione costituzionale: alla rigida separazione tra il potere esecutivo e il potere legislativo che caratterizzava le prime carte costituzionali si sostituisce l’idea – enunciata da W. Bagehot – della fusione dei poteri e, correlativamente, emerge un quarto potere distinto dagli altri tre, quello del Capo dello Stato, qualificato come «neutro». Successivamente, con l’avvento dello Stato democratico il principio della separazione dei poteri viene profondamente trasformato rispetto alle sue origini, tanto che alcuni studiosi hanno persino dubitato della sua effettiva vigenza nello Stato contemporaneo." (…) (da qui)
Giusto contrappeso in una vera democrazia, la separazione dei poteri. Nel caso del tweet di Salvini, più che un'ingerenza nel "potere altrui", ci ho visto una insana ignoranza strategica nel non comprendere i tempi per non rischiare di mandare all'aria una importantissima operazione.
RispondiElimina@Daniele: d'accordo con la tua saggia analisi. Ma un Ministro della Repubblica non può fare questi errori ...
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