sabato 8 dicembre 2018

Immagina ...

San Francesco Saverio - Palermo
      "Care sorelle e fratelli, non sono pagine di terrorismo spirituale, perché questa pagina è Evangelo di Gesù, bella notizia che Gesù ci vuole dare, anche se non sempre viene facile decifrare questi testi che hanno un genere letterario particolare, apocalittico, di irruzione  della novità.
      Volendo semplificare al massimo, care sorelle e fratelli, il contesto era quello che sarebbe avvenuto da lì a pochi anni con la distruzione del tempio, e quindi una nuova situazione rispetto a quella precedente. Il tempio non è il fine della nostra umanità. Il fine della nostra umanità è che tutta l’umanità è il tempio del Signore, e quindi non abbiamo più bisogno di un tempio o di una chiesa di per sé.
      Ebbene, è come se il Vangelo ci volesse invitare a vivere le svolte della nostra storia, che avvengono continuamente e che devono trovarci preparati senza avere paura di guardare al futuro, a ciò che viene dopo, perché spesso, trattenuti dal passato, non riusciamo a immaginare un mondo migliore di quello che stiamo vivendo adesso.
      E spesso, per paura, accettiamo quello che abbiamo, convinti che quella è la situazione definitiva per tutti. Non è così. Di fronte agli sconvolgimenti della storia, l’invito che ci viene dal Vangelo è Risollevatevi e alzate il capo … Guardate l’orizzonte: sempre più grande del cielo che ci avvolge e di una storia che merita di essere più degna di quella che abbiamo costruito fino adesso. Una storia fatta spesso di distruzione e di morte, di grandi momenti anche di transizione e di maturazione … Ma l’appello che viene dal Signore è: Sollevate il capo, guardate in alto, pensate alla grande la nostra storia che è stata costruita nei segni di tante angustie geografiche, temporali, di confini, di muri alzati, di domini. 
      E tutto questo non è gradito al Signore. Ecco perché avvengono tanti fatti che non riusciamo a capire lì per lì, ma certamente l’umanità sta facendo pressione verso una unione fra tutti i popoli, neppure  i continenti soltanto, ma l’umanità tutta tout court è chiamata a vivere questa transizione epocale: che siamo italiani, europei, è importante per la nostra identità culturale e storica, ma che facciamo parte di un’unica umanità, questo è quello che dobbiamo maturare sempre di più e che deve farci rimettere in discussione tutte le acquisizioni del passato, che sono state belle perché hanno fatto superare i limiti precedenti. Certo, ne hanno creato di nuovi e dobbiamo superarli, dobbiamo rimetterci in cammino senza paura, anche se non sempre abbiamo le idee chiare sul da farsi, qui ed ora, immediatamente. Questo richiede una unità di intenti, di intelligenze, di voglia di cambiare in meglio per tutti, non in meglio solo per alcuni, a prezzo di altri che devono soffrire, no, questi rivolgimenti sono appelli che ci vengono da Dio perché pensiamo a una storia e a un mondo più degni di essere vissuti da tutti.
E in queste svolte epocali siamo invitati alla vigilanza Vegliate, apritevi bene gli occhi
       Cosa stiamo cercando? Ciò che ci può aiutare è che ogni idealizzazione umana è limitata. (…) Quindi ognuno lavori, faccia quello che può perché insieme possiamo realizzare un mondo migliore per tutti, ma sapendo che anche le nostre migliori realizzazioni sono limitate e non sono ancora il compimento che è Dio stesso, nella nostra vita, nella pienezza dei suoi doni. Ma già sin da adesso questa terra, questa storia rendiamola sempre più degna di essere vissuta e abitata. (…)
L’avvento, l’avvenire è sempre dinanzi a noi, sempre più grande di quello che noi riusciamo a fare … Ed è questa la bellezza della fede in Dio: che Dio ci fa pensare, rimette in movimento qualcosa di sempre più bello, più grande, più vero, più buono per tutti. (…)."

(Sintesi dell’omelia pronunciata da don Cosimo Scordato, il 2.12.18, I domenica di Avvento,  nella chiesa di san Francesco Saverio a Palermo: il testo non è stato rivisto dall’autore, eventuali errori o omissioni sono della scrivente, Maria D’Asaro, che si assume pertanto la responsabilità delle eventuali imprecisioni della trascrizione).

John Lennon è morto a New Jork l’8 dicembre 1980, ucciso da un fanatico. 
Grazie per la tua musica, John.




Nessun commento:

Posta un commento