venerdì 8 marzo 2019

Una mimosa non basta

     In fila, per accedere a uno degli uffici più classici, caotici e temuti di tutto l’italico stato. Un addetto all’ingresso controlla che chi sta entrando abbia la prenotazione. L’uomo dice qualcosa a ognuno, magari per spezzare la monotonia del suo lavoro. 
    A una donna, la cui prenotazione parrebbe dubbia,  con un risolino sarcastico: “Passi, oggi è la sua festa”. Poi, agli uomini che seguono, con un passaggio verbale sfuggito a chi ascolta, dirà “Per me la famiglia vera e unica è quella tradizionale, uomo, donna e figli. Ma chi sono i gay, ma lasciamoli stare …”. L’affermazione dell’uomo è resa più seria e solenne dall’espressione dura e decisa che assume mentre pronuncia il suo diktat e dal silenzio/assenso dei due ascoltatori.  Mala tempora currunt. Non saranno mimose e cortei a rendere facile la vita di chi, da che mondo è mondo, ha meno potere: donne, gay, tartarughe caretta caretta …

Maria D’Asaro



2 commenti:

  1. Condivido molto l'idea di accomunare nella festa tutti i "generi" deboli che hanno "meno potere".
    Non conoscevo la canzone di Angelo Branduardi... bella.
    Buona domenica. Un caro saluto.

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  2. @Rossana: Da Palermo, ricambio cari saluti e complimenti per i contenuti del vostro blog.

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