sabato 2 gennaio 2021

Nell'arca

Renè Magritte: Beau Monde (1962)
Comincia a cadere una pioggia incessante. 
Nell'arca, e dove mai potreste andare: 
voi, poesie per una sola voce,
slanci privati,
talenti non indispensabili,
curiosità superflua, afflizioni e paure di modesta portata,
 e tu, voglia di guardare le cose da sei lati.


I fiumi s'ingrossano e straripano.
Nell'arca: voi, chiaroscuri e semitoni,
voi, capricci, ornamenti e dettagli,
stupide eccezioni,
segni dimenticati,
innumerevoli varianti del grigio,
il gioco per il gioco,
e tu, lacrima del riso.




A perdita d'occhio, acqua e l'orizzonte nella nebbia.
Nell'arca: piani per il lontano futuro,
gioia per le differenze,
ammirazione per i migliori,
scelta non limitata a uno dei due,
scrupoli antiquati,
tempo per riflettere,
e tu, fede che tutto ciò
un giorno potrà ancora servire. 

Per riguardo ai bambini
che continuiamo ad essere,
le favole sono a lieto fine. 

Anche qui non c'è altro finale che si addica.
Smetterà di piovere,
caleranno le onde,
nel cielo rischiarato
si apriranno le nuvole
e saranno di nuovo
come si addiceva alle nuvole sugli uomini:
elevate e leggere
nel loro somigliare
a isole felici,
pecorelle,
cavolfiori e pannolini
 - che si asciugano al sole.


Wislawa Szymborska, La gioia di scrivere - Tutte le poesie (1945-2009),
Adelphi Edizioni, Milano 2009, pag. 475 (trad. Pietro Marchesani

(Con l'augurio che ciascuno, nel futuro prossimo, possa trovare la sua arca.
 E abitarla per il tempo necessario.)


2 commenti:

  1. La poesia è sempre un varco, un pezzo di cielo.

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    1. @Rossana: ottima la metafora della poesia come varco, ingresso in una sorta di cielo nuovo. E Wislawa Szymborska custodisce innumerevoli chiavi di questi varchi... Un abbraccio.

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