Come più volte (inutilmente) detto, la politica c´entra poco, destra e sinistra anche. Che non ci si debba vantare, che chi si loda si imbroda, che sia cattiva educazione parlare sempre di sé, sono le cose, non di destra non di sinistra, che hanno sempre detto i genitori ai figli, i nonni ai nipoti, le maestre agli alunni. Uno che dice "sono il migliore degli ultimi centocinquant´anni", ben prima di essere tacciato di essere un despota, in una comunità sana è imputabile di essere un imbarazzante cafone, specie se la sua ridicola autolatria ruba spazio a un ospite importante, il povero Zapatero che non sapeva dove nascondere lo sguardo e avrebbe voluto sprofondare. Sarebbe dunque la buona educazione (ben prima della Costituzione) e sarebbero le virtù considerate basilari in ogni scuola elementare, in ogni parrocchia, in ogni salotto borghese o tinello popolare, l´antidoto sufficiente a evitare che uno così, per vent´anni, diventi il padrone assoluto. Non essendo accaduto, parecchi di noi ne hanno dedotto che qualcosa, nella testa di questo paese, si dev´essere rotto. Ci pareva una deduzione logica. È stata chiamata moralismo o faziosità o invidia o peggio. Il risultato è vedersi rappresentati, nel mondo e nella storia, da uno che dice "sono il migliore degli ultimi centocinquant´anni". Ce lo siamo meritato.
(La Repubblica - 12.9.09)
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