(...) e non era solo il cuore che batteva all'impazzata a farle male. Era il silenzio denso di pioggia, l'ignaro ronfare sereno del mondo. Tranne un gattino, che gemeva più forte del suo cuore. Quel vano miagolìo, sempre uguale a se stesso, era la cifra di un'infelicità senza riparo che la tormentava. Prendere del latte, andare fuori, sfamarlo. Ma dove cercarlo? Miraggio vuoto. (...)
scritto in modo perfetto.
RispondiEliminaJAN
Thank you very much.
RispondiEliminaVivo in un quartiere di giardini, silenzioso. Alla stagion de'fiori non è infrequente sentire dalle siepi levarsi un implorante miagolio, più rado, men rado.... Piccoli, abbandonati - o che si percepiscono abbandonati - si porgono, reticenti e protervi, all'attenzione dei passanti; vogliono, sperano e al contempo temono. Le danze e le strategie di adulti e bambini attorno alle siepi miagolanti: per vincere la reticenza ed ottenere in premio un batuffolo peloso, durano alcuni giorni. Poi, cala di nuovo il silenzio. Nei giorni di sole, sul tetto delle rare macchine parcheggiate in strada un micio adulto, sornione, controlla il territorio.
RispondiEliminaGrazie di questo squarcio di micromondo, felino e non, a te vicino.
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