Prima era uno dei tanti insistenti questuanti che ti fissano con lunghi supplici sguardi quando sei ferma al semaforo. Poi mio figlio ha deciso di saltare il muro: “Come ti chiami? Da dove vieni? Perché non lavori, anziché chiedere l’elemosina?” Lui non si è sottratto alla provocazione: “Per chiedere soldi ci vuole più coraggio che tu pensare… Chi dà lavoro a me senza permesso di soggiorno?”
Così sappiamo che è bulgaro, che ha moglie e una figlia, che si chiama Methodi. Lui sa della mia famiglia, sa che sono la madre di R.. Un giorno mi ha chiesto una cosa. Un vecchio televisore, per favore. Per imparare meglio l’italiano, chissà. Perché solo la lingua fa uguali, ricordava don Milani. O forse perché la moglie possa guardare una fiction e la figlia i cartoni…
Ormai, al semaforo rosso, non mi chiede più niente. E’ lui a donarmi qualcosa. Un ampio sorriso.
Maria D’Asaro
(“Centonove”: 18.12.09)
La realtà della vita della famiglia di Methodi: una delle tante realtà, vere quanto le nostre, che esistono e pulsano accanto a noi, ma di cui noi di solito non ci accorgiamo, quasi fossimo ciechi, se non attraverso il filtro di consunti stereotipi.
RispondiEliminaOttimo piccolo brano, che ci aiuta ad "aprire gli occhi".
JAN
Grazie, Jan! Che bel commento.. perchè, con ctr.c/ctr.v non lo metti anche in FB!?
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