“C’è un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare…” così recita poeticamente la Bibbia, in uno dei suoi libri dal sapore moderno ed esistenziale. Educata alla sapienza biblica e alla diversità suggerita dalla danza dei mesi, per me ottobre e novembre sono castagne, scuola, autunno e ricordo dei morti. Invece no: a Palermo l’aria natalizia viene imposta subito dopo le zucche di Halloween, con sfarzose decorazioni luminose in ogni angolo della città. Mi dispiace, ma così non c’è prio. Anche tacendo dell’ulteriore indigestione di CO2 causata alla nostra terra dall’abbondanza luminosa, temo che le luminarie precoci non ci facciano gustare il Natale. Che ricorre a Dicembre, e non due mesi prima. Perché, ci ricorda l’Ecclesiaste, c’è un tempo per ogni cosa. C’è bisogno del buio e di un tempo feriale e ordinario, per poter gustare le luci e la festa.
Maria D’Asaro
("Centonove": 11.12.09)
Molto carino, in particolare la chiusa. Bellissima (e.. congrua) la canzone di Fossati.
RispondiEliminaIl brano mi fa ricordare la medesima bonaria 'battaglia' ecologica portata avanti dalla trasmissione di RadioDue "Caterpillar", la quale, nei mesi di ottobre e novembre, ripeteva ai negozianti di varie piazze italiane l'efficace breve slogan: "Natale a Natale!"
Jan