Il luogo: un ambulatorio del policlinico Paolo Giaccone. Il soggetto: un consacrato. Frate o prete non so, saio e sandali lo collocherebbero nell’ordine dei francescani. “In nome del Padre, del Figlio… Una preghiera alla Vergine Santissima” L’avete Gesù? A te ne dò uno nuovo…”. Ed elargisce un santino. Non sai se la rigidità posturale, la fissità dello sguardo e un lucore particolare negli occhi lo definirebbero come fanatico, incapace di assumere sguardi diversi sul mondo; o se, al contrario, siano segni di una raggiunta, intensa concentrazione spirituale. Serena e definitiva. Alle sue preghiere, seguite da aspersione sugli astanti “con acqua di Lourdes”, c’è chi ringrazia, chi chiacchiera, chi elargisce un’offerta. Per un istante, anch’io chiudo il mio libro e mi unisco al Padre nostro. Affidamento genuino, sicuri orizzonti di fede o superstizioni a buon mercato? Grandi domande. Questioni irrisolte: ieri, come oggi. Su cui, di sicuro, ci interrogheremo anche domani.
Maria D’Asaro
(pubblicato su “Centonove” il 26-03-2010)
Maria D’Asaro
(pubblicato su “Centonove” il 26-03-2010)
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiElimina