Avvistava due posti a sedere gratuiti: in prima fila, con splendida vista sul mare.
Riempiva, con rara maestria, una bottiglia di plastica dallo zampillo ammosciato di una fontana. Sapeva fare pipì sotto gli alberi, a venti metri da una strada affollata.
Dipanava, con grazia affettuosa, i nodi arruffati di lunghi capelli. Leniva, con fluidi speciali, le scottature impreviste di pelli distratte.
Camminava contromano a occhi chiusi, di giorno: come unica bussola le erbe spontanee alla sua destra. Solo trentacinque passi, per ora.
Offriva, senza arrossire, demenziali battute da bimbetta d’asilo.
Attraversava piacere e dolore, con regolare cadenza. E non ne era sommersa.
Riusciva a non perdere la scala giusta per tornare al suo treno. E a trascinare da sola un’enorme valigia.
Trovava la forza di chiedere scusa, se aveva sbagliato.
Osava guardare in faccia la vita. Senza abbassare lo sguardo.
Senza morire per la paura.
La frase che preferisco :"Osava guardare in faccia la vita.Senza abbassare lo sguardo"
RispondiEliminaBellissimissimo... concordo con Costantino la potenza di quell'ultima frase. Sei forte, Maruzza, fortissimissima, superlativa...
RispondiElimina@Costantino e dr.Peter: grazie dell'apprezzamento...
RispondiEliminaLa signora confessa che non è sempre facile guardare in faccia la vita, senza abbassare lo sguardo.
Lei, comunque, ci prova.
Buona serata