giovedì 31 gennaio 2013

Giovanni Bosco



Oggi il calendario cattolico ricorda san Giovanni Bosco, che, nella Torino di fine ‘800, spese la sua vita per il recupero e la promozione umana dei ragazzi difficili: orfani, poveri, carcerati. Giovanni Bosco mi è particolarmente simpatico perché, in modo molto diverso, anch’io mi occupo di ragazzi sperduti.
Temo però che mettere l’aureola sulla testa delle persone non sia un’operazione del tutto produttiva: talvolta ci fa sembrare diversi e lontani gli uomini e le donne capaci di cose belle, di sguardi in avanti, di azioni profetiche, di cura per gli altri. Allora Giovanni Bosco vorrei ricordarlo soprattutto come uomo di cura. Come persona coraggiosa e caparbia decisa a educare, cioè a trarre fuori il bello e il buono che sapeva esserci nel cuore di ogni ragazzo.

6 commenti:

  1. La santità è in ognuno di noi, basta saperla riconoscere ed applicare. Chi riesce a farlo magari non avrà aureola, ma la saprà vedere in chiunque sia nel bisogno e servendo chi soffre sprigionerà quella luce, virtuale, che è il simbolo del bene agire.
    La santità di Giovanni Bosco ha potuto esprimersi in tempi che la consentivano; oggi, purtroppo, le cose si sono fatte difficili, e anche un santo avrebbe difficoltà a districarsi tra lacci e lacciuoli: burocratici, di invidiose insinuazioni, di veri e propri sabotaggi, di ostacoli economici che neanche i miracoli saprebbero sbrogliare.
    Ciao, Marù, che il sole ti sorrida.

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  2. Ciao maruzza, la vera santità non ha bisogno di processi di beatificazione né di riflettori. E a volte produce anche un benefico contagio, tanto per riprendere un tuo post.
    ti saluto e, vista l'ora, che la luna ti sorrida :-)

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  3. Ciaooo a tutti!!! Gattonero Curlydevil e tu Maruzza avete già detto tutto...sarà perchè è notte e sono un po scarica ho appena finito il mio lavoro proprio con queste persone e credetemi non è uno scherzo!!!Questo argomento però mi interessa molto dato che è il mio lavoro. Si dice che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, è così...c'è il mare un mare incazzato di disperazione ma con una barca a vela meravigliosamente sicura si affronta anche la tempesta...naturalmente non basta il mezzo ci vuole un super comandante (un po pirata) e tanti tanti marini...chiudete gli occhi non fatevi rapire dal canto delle sirene perdereste la via del ritorno!!!Baci

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  4. Ciaooo a tutti!!! Gattonero Curlydevil e tu Maruzza avete già detto tutto...sarà perchè è notte e sono un po scarica ho appena finito il mio lavoro proprio con queste persone e credetemi non è uno scherzo!!!Questo argomento però mi interessa molto dato che è il mio lavoro. Si dice che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, è così...c'è il mare un mare incazzato di disperazione ma con una barca a vela meravigliosamente sicura si affronta anche la tempesta...naturalmente non basta il mezzo ci vuole un super comandante (un po pirata) e tanti tanti marini...chiudete gli occhi non fatevi rapire dal canto delle sirene perdereste la via del ritorno!!!Baci

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  5. Sono d'accordo con tutte voi: non serve la beatificazione per coronare un atto di bene. Ci sono tantissime persone che per fortuna fanno del bene anche se sconosciute dai più, che lavorano nell'ombra ma non per questo sono meno splendenti :-)

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  6. @gattonero, curly, Pippi e Vele:
    Giovanni Bosco e io vi ringraziamo di cuore delle vostre belle riflessioni.
    Vi abbraccio. Vi voglio bene.

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