La Rosa Bianca: così volle chiamarsi il gruppetto di studenti cristiani che, dal luglio 1942 al febbraio 1943, stampò e diffuse degli opuscoli di propaganda antinazista. Il gruppo era composto da cinque studenti: i fratelli Hans e Sophie Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf, tutti poco più che ventenni. A essi si unì un professore, Kurt Huber. Operativo a Monaco di Baviera, il gruppo pubblicò in tutto sei opuscoli, che incitavano i tedeschi a iniziare una resistenza passiva e nonviolenta contro il regime nazista.
Hans Scholl, Sophie Scholl e Christoph Probst
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La Rosa bianca rifiutava la violenza della Germania nazista e credeva in un'Europa federale che aderisse ai principi cristiani di tolleranza e giustizia. Gli opuscoli erano diretti all’intellighenzia tedesca e in essi venivano riportate citazioni dalla Bibbia, da Aristotele, da Novalis, Goethe e Schiller. Inizialmente, gli opuscoli vennero spediti a città della Baviera e dell'Austria, poiché il gruppo riteneva che la Germania meridionale fosse più ricettiva nei confronti del messaggio antimilitarista. Dopo un periodo di inattività, la Rosa Bianca riprese la sua propaganda clandestina contro il regime di Hitler: nel febbraio 1943 distribuì altri due opuscoli e dipinse slogan anti-hitleriani sui muri di Monaco e sui cancelli dell'università.
Il 18 febbraio 1943 Sophie Scholl, mentre lanciava dalle scale dell'atrio dell'università alcuni volantini sugli studenti sottostanti, venne individuata da un bidello nazista che la consegnò assieme al fratello alla polizia. Gli altri membri del gruppo vennero subito fermati e sottoposti a interrogatorio da parte della Gestapo. Gli Scholl si assunsero immediatamente la piena responsabilità degli scritti sperando, invano, di proteggere gli altri; i funzionari della Gestapo che li interrogarono rimasero stupiti per il coraggio e la determinazione dei due giovani. La Gestapo torturò Sophie Scholl per quattro giorni, dal 18 al 21 febbraio 1943.
Il 18 febbraio 1943 Sophie Scholl, mentre lanciava dalle scale dell'atrio dell'università alcuni volantini sugli studenti sottostanti, venne individuata da un bidello nazista che la consegnò assieme al fratello alla polizia. Gli altri membri del gruppo vennero subito fermati e sottoposti a interrogatorio da parte della Gestapo. Gli Scholl si assunsero immediatamente la piena responsabilità degli scritti sperando, invano, di proteggere gli altri; i funzionari della Gestapo che li interrogarono rimasero stupiti per il coraggio e la determinazione dei due giovani. La Gestapo torturò Sophie Scholl per quattro giorni, dal 18 al 21 febbraio 1943.
I fratelli Scholl e Probst furono i primi ad affrontare il processo, il 22 febbraio 1943 presso un tribunale politico speciale. Nel corso di un breve dibattimento, furono reputati colpevoli e ghigliottinati il giorno stesso. Le motivazioni della sentenza furono le seguenti: «Gli accusati hanno, in tempo di guerra e per mezzo di volantini, incitato al sabotaggio dello sforzo bellico e degli armamenti, e al rovesciamento dello stile di vita nazionalsocialista del nostro popolo, hanno propagandato idee disfattiste e hanno diffamato il Führer in modo assai volgare, prestando così aiuto al nemico del Reich e indebolendo la sicurezza armata della nazione. Per questi motivi essi devono essere puniti con la morte. »
Gli altri membri del gruppo, processati il 19 aprile 1943, furono anch'essi trovati colpevoli e decapitati nei mesi successivi. Amici e colleghi della Rosa Bianca, vennero condannati al carcere con una pena oscillante tra i sei mesi e i dieci anni. Nel complesso a Monaco e Amburgo furono condannati a morte quindici appartenenti al gruppo e trentotto alla carcerazione. Questi ultimi alla fine della guerra furono liberati dalle truppe americane.
Un motto caro a Sophie Scholl era “Uno spirito forte, un cuore tenero”.
(fonte dell'articolo: "Wikipedia")
qui (http://www.apav.it/mat/tempolibero/cinemaematematica/guerrasocieta/allegatoiseivolantiniallarosabianca.pdf) ci sono i sei volantini,
RispondiEliminacome diceva Brecht, beato il popolo che non ha bisogno di eroi
@franz: grazie del link al testo dei volantini, testo davvero prezioso. Brecht ha ragione: ho voluto ricordare Sophie Scholl e gli altri, eroi loro malgrado, perchè non ci stanchiamo mai di "vegliare" su leggi e governi.
RispondiEliminaBrava, fai bene a ricordarci questa vicenda, non bisogna mai scordare chi ha perso la vita per portare avanti i propri ideali... recentemente è anche stato fatto un film su questi ragazzi:
RispondiEliminahttp://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=35577
@Vele: Grazie di aver riportato il link al bel film realizzato nel 2005 da Marc Rothemund sul gruppo de "La Rosa bianca". Ricordare questi splendidi ragazzi è il tributo minimo per il loro eroico sacrificio. Buona settimana.
RispondiEliminaCiao Mari, conoscevo la storia della Rosa Bianca, grazie per questo post, la foto e grazie a Vele per il link del film.
RispondiEliminaUn caro saluto
Sì, anch'io conoscevo la storia, ma non ho ancora visto il film. E' da tanto che vorrei vederlo, questo tuo post me lo ha ricordato. Grazie!
RispondiElimina@Cristina (Berardi) e Silvia (Pareschi): grazie a voi per l'apprezzamento. Sophia Scholl e compagni meritano davvero il nostro ammirato ricordo. Buon fine settimana!
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