Aldo Naro |
Di Aldo Naro, il giovane medico morto qualche settimana fa per un banale litigio in una discoteca palermitana, si è parlato abbastanza. Il timore però è che, passata l’onda emotiva del dispiacere collettivo, questa tragedia venga dimenticata.
Condividiamo allora quanto scritto da Francesco Palazzo il 20/2 su “La Repubblica”: secondo il giornalista, Palermo ha una sorta di difetto congenito di cittadinanza, cosicché il pugno, l’aggressione verbale, la reazione violenta, spesso fanno parte di un modo di essere e di vivere di tanti palermitani, mentre molti cittadini perbene girano la testa e non si impegnano sino in fondo per il rispetto delle regole di buona convivenza. Palazzo ci invita allora a raccogliere l’auspicio del padre di Aldo che, durante la fiaccolata in ricordo del figlio, si è augurato che la sua morte sia un campanello d’allarme e spinga ciascuno a fare qualcosa perché una morte così assurda non accada mai più.
Maria D’Asaro, “Centonove” n.9 del 5.3.2015
Non ho seguito la cronaca in questo periodo. Episodio tristissimo questo che richiama altri analoghi avvenuti in passato. Morti assurde per banali discussioni. Ed hai proprio ragione a richiamare l'attenzione.
RispondiEliminaNon se ne parla abbastanza, non si parla quasi mai di questo tipo di violenza che è "costume" e non solo a Palermo, ma in tutt'Italia. E pensare che dovremmo saper parlare, la parola "comunicazione" credo sia una tra quelle più abusate e meno usate.
Non è un difetto dei palermitani o di Palermo. È così ovunque. È che magari la cronaca di certe zone viene letta con l'occhio filtrato dai pregiudizi, ma fatti del genere accadono purtroppo dappertutto, anche in quelle città convinte di essere "superiori" e civili.
RispondiEliminacondivido il commento di Veronica
RispondiElimina@Santa S., Veronica, Valerio: grazie per la vostra attenzione e le vostre attente considerazioni. Speriamo davvero che morti così dolorosamente insulse non avvengano mai più: né a Palermo, né altrove. Buona settimana. A presto.
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