lunedì 6 aprile 2015

Mi fido di te?

Irene Focardi
Maria Paola Tripi
Si fidava di suo marito, Maria Paola Trippi. Gli dormiva accanto da quasi trent’anni, nella villetta sulle colline di Arezzo. Ma qualcosa si deve essere inceppato, nella mente e nel cuore del compagno, che l’ha uccisa mentre dormiva.
Continuava a fidarsi del suo compagno Irene Focardi, scomparsa a Firenze il 3 febbraio, il cui cadavere è stato ritrovato qualche giorno fa in un sacco della spazzatura. Si teme che ad ucciderla sia stato proprio l’ex compagno, già condannato per percosse e maltrattamenti.
        Mentre  nel campus universitario di Garissa (nord-est del Kenya) l’alba del 2 aprile tingeva di rosa le pareti del grande edificio, non pensavano davvero di essere uccisi i 150 studenti cristiani, massacrati invece poco dopo dai carnefici di Al Shabaab - il gruppo fondamentalista somalo affiliato ad Al Qaida - perchè non conoscevano i versetti del Corano.
     Si fidavano dei piloti, i passeggeri del volo Germanwings 9525 Barcellona-Dusseldorf. Non immaginavano davvero che il copilota 27enne Andreas Lubitz soffrisse di depressione e decidesse di far schiantare l'aereo contro le Alpi francesi, provocando la morte di tutti.

     Eppure, dobbiamo continuare a fidarci gli uni degli altri. Del nostro medico, del nostro compagno, dell’educatore scout di nostro figlio, di chi guida il tram. Possiamo solo tentare di essere meno ingenui, più accorti e consapevoli, di operare qualche controllo. Niente di più.



E per alleggerire il tutto un cartone animato che amo: Inki and the Minah Bird (1943).
A mio avviso, questo cartone evoca, pur nelle situazioni surreali, qualcosa che ha a che fare con la fiducia e con la (im)possibilità di conoscere veramente la realtà.


8 commenti:

  1. Io mi fido ma fino ad un certo punto, io sto molto molto attenta, e spero che il destino stia dalla mia parte.

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  2. Incominciamo a guardarci sospettosi e che brutta cosa , amica cara...un gran peccato..come vorrei avere la bacchetta magica e cambiar il tutto!
    Un bacio grande!

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  3. @Manu e Flavia: Benvenuti nel blog! Grazie della visita e del commento.

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  4. @Nella Crosiglia: non dobbiamo perdere lo sguardo di fiduciosa speranza verso l'altro ... con intelligente attenzione. Un abbraccio!

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  5. Bisogna essere molto, molto accorti, ma non si può neanche vivere nell'angoscia o si finisce per avere il terrore di qualsiasi cosa... forse la cosa migliore è affrontare la vita attimo dopo attimo nel modo migliore che ci riesce.

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  6. Io credo di avere un buon istinto sulle persone di cui fidarmi, ma ovviamente non si può controllare tutto. Ha ragione Ivy, non resta che affrontare la vita attimo dopo attimo.

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  7. Fidarsi, non fidarsi, amare oppure no... credo che la gente in fondo non se lo chieda neppure, non ne sia e non ne voglia essere consapevole! Si usano le parole, spesso, senza chiedersene veramente il significato, a volte anche far del male è inconsapevole e involontario. Oggi sono particolarmente... sfiduciata, appunto! Non è facile vivere, a volte sembra non sia facile neppure sentirsi simili agli altri, o meglio, sentire l'altro simile a sé. Credo sia un dramma collettivo dei nostri tempi che poi diventa, paradossalmente, personalissimo, quando si arriva a questi eccessi: fonte e vittima dello stesso male si può diventare!

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  8. @Vele, Silvia e bibliomatilda: d'accordo con voi. Non ci resta che affrontare la vita attimo dopo attimo, con uno sguardo consapevole, ma senza la pretesa di poter controllare tutto.

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