Cena di Emmaus (Caravaggio, Londra) |
A poche settimane dall’apertura dell’Expo, l’esposizione universale su cibo e alimentazione, ecco alcune significative notazioni dello psicoterapeuta Giovanni Salonia (dal saggio “Sulla felicità e dintorni”): “Il nutrirsi è un’esperienza decisiva per la sopravvivenza. Il cibo si colloca tra la vita e la morte: senza cibo non c’è futuro. Il cibarsi coinvolge il corpo e l’anima (…). Il modo in cui ci si rapporta con il cibo dipende ed esprime il modo in cui ci si relaziona col mondo. Alla base c’è una connessione: quella del cibo con i legami affettivi, con la relazione. Si tratta di un imprinting proprio degli umani, i quali apprendono a cibarsi come esperienza relazionale che intreccia il corpo di chi mangia, il corpo di chi nutre e il tempo (…). Sottrarsi alla dimensione relazionale trasforma il cibo in veleno (…) Il pane nutre se mangiato in un clima relazionale, cioè nella gratitudine e nella compagnia.”
Maria D’Asaro, “Centonove” n. 19 del 14.5.2015
eh... illuminante e perfetto. il cibo come esperienza relazionale, l'ho (ri)provato quando sono tornata a Napoli, poi lo racconterò... grazie per avermelo ricordato
RispondiEliminaeh... illuminante e perfetto. il cibo come esperienza relazionale, l'ho (ri)provato quando sono tornata a Napoli, poi lo racconterò... grazie per avermelo ricordato
RispondiEliminaEcco perchè ci piacciono le nostre cenette filosofiche: dialoghiamo e mangiamo: nutrimento integrale, anche spirituale!
RispondiEliminaMolto vero. Attorno al cibo si avviluppano molte delle nostre simbologie e idee.
RispondiElimina@Monica: aspettiamo il tuo racconto, allora! A presto.
RispondiElimina@Pietro: siamo specialisti del mordi e ... pensa! A martedì.
@Alfa: grazie della condivisione e del commento!