Penso a Gaetano, trent’anni: sa fare l’imbianchino, l’elettricista e l’idraulico e tante altre cose ancora. E’ costretto a guardare il soffitto della sua stanza perché nessuno gli offre un lavoro. Conosco centinaia di persone che farebbero di tutto per lavorare. Perché il lavoro dà sostentamento, ruolo sociale, ritmo e senso alle giornate. E allora sono infuriata con la politica e il pensiero dominante di questa società che tollera la disperazione di milioni di uomini e donne. Uno stato dovrebbe essere come una famiglia: tutti mangiano, tutti danno il proprio contributo, si divide quello che c’è.
Per favore non ditemi che sono utopista e sognatrice: è l’attuale organizzazione sociale a essere crudele e inumana. La globalizzazione mondiale sotto l’egida del capitalismo e del profitto a tutti i costi, che coniuga spesso lavoro e sfruttamento selvaggio, ha ucciso i diritti essenziali delle persone. Se le ideologie, le filosofie e le religioni avessero un senso, il diritto al lavoro e alla dignità di ogni essere umano dovrebbero gridarlo dai tetti.
Sottoscrivo in pieno e mi indigno quanto te al pensiero di come si possa disconoscere questa verità fondamentale. Non è solamente l'Italia ad essere fondata sul lavoro, almeno nelle parole della Costituzione, è l'essere umano che deve potersi sentire utile ed inserito in una comunità, con ruolo, diritti e doveri. Buon Primo Maggio!
RispondiEliminaForse con un pochino meno di burocrazia...
RispondiEliminaInfuriato forse più di te, non se ne può più! Siamo in tanti e in crescita, ma in tutta risposta pare che l'articolo più quotato all'Expo siano le "orecchie da mercante"... Grande De Andrè! Buon Maggio, Maruzza. Grazie per la tua solidarietà.
RispondiEliminaChe momentaccio stiamo vivendo, cara Maruzza :-(
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