venerdì 22 maggio 2015

L’ISIS di casa nostra …

    Abbiamo provato orrore per le decapitazioni di ostaggi, le stragi di Parigi e di Tunisi: crimini compiuti dai seguaci dell’ISIS, il cui efferato fanatismo ci appare lontano anni luce. Eppure sono passati solo pochi decenni da quando, in Italia, le Brigate rosse assassinarono un centinaio tra magistrati, poliziotti e uomini politici, rei solo di rappresentare le istituzioni dello stato. Tra essi Aldo Moro, ucciso senza pietà dopo una lunga prigionia. E in Sicilia, sebbene negli ultimi anni operi con intimidazioni meno eclatanti, Cosa nostra si è macchiata di migliaia di crudeli assassini, sino alle autobomba del 1992 che uccisero i giudici Falcone e Borsellino e gli uomini di scorta. Non si vuole certo fare paragoni inopportuni,  ma forse solo la consapevolezza della sacralità di ogni vita umana, la scelta della nonviolenza come braccio sano della politica e della società, può metterci al riparo dalle carneficine di ogni credo e colore.
                                                                         Maria D’Asaro,Centonove” n. 20 del 21.5.2015

6 commenti:

  1. Ho visto da poco "La mafia uccide solo d'estate", un film bellissimo.

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  2. Non dimentichiamo (e non certo per giustificare le BR.) i morti causati dagli attentati neofascisti e con "collaborazioni" forse anche dei servizi segreti deviati, di piazza Fontana a Milano, piazza della Loggia a Brescia e quelli della stazione di Bologna.
    La storia del nostro Paese è piena di sangue e verità mai rivelate...
    Come scriveva qualcuno, lo "stragismo" è sempre stata la modalità preferita di gestione del potere, da parte delle nostre classi dirigenti... a partire già da Machiavelli...

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. @Silvia Pareschi: Pif è stato davvero bravo a confezionare un film così lieve ed efficace insieme.

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  5. @riccardo: grazie della visita e del commento. E' vero: lo stragismo, specie d'impronta neofascista e forse, in alcuni casi, con la copertura di servizi deviati, è stato purtroppo parte integrante della nostra storia. Non ne ho fatto menzione nel mio articolo essenzialmente per ragioni di spazio.

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  6. Certo, nessun problema.
    Il riferimento allo "stragismo" (avevo dimenticato di segnalarlo) viene dal libro di Roberto Scarpinato "Il ritorno del principe", Chiarelettere Edizioni.
    Buona domenica a te.

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