martedì 19 gennaio 2016

Il Lumpenproletariat oggi ...

Prima della recensione, ecco altre pagine tratte dall'ottimo testo di Davide MiccioneLumpen Italia - Il trionfo del sottoproletariato cognitivo (IPOC, Milano, 2015, €16,00)

(…) Lumpenproletariat, unione di due termini in cui il suffisso Lumpen (…) vale in italiano “straccio” o “cencio”, e rimanda a una famiglia di termini che non gli è da meno: da lumpig (misero, meschino) a Lump (mascalzone). (…) Per prendere sul serio il tanto sbandierato paradigma della società della conoscenza, sarebbe d’uopo aggiornare le mappe e caratterizzare le classi, o quel che ne resta, non più in base alla loro posizione all’interno del sistema di produzione. (…) Dovrebbe essere la conoscenza a stabilire le appartenenze, intendendo essa come dimensione di perimetrazione del reale, come capacità di produzione e comunicazione di se stessa, e inoltre come produttrice di ruoli e di diverse capacità di interagire con l’apparato sociale. Allora il vecchio sottoproletariato da manuale “costituito dagli strati inferiori della società, formati da lavoratori a bassa qualificazione, inoccupati o occupati in modo precario (…)”, se preso letteralmente non ha più molto da dirci.
Il gioco oggi è del tutto diverso e si svolge sulla capacità di comprendere i meccanismi della società contemporanea o esserne semplicemente oggetto. In una società che ti propone costantemente consumi al di sopra delle tue possibilità. La capacità di leggere i meccanismi del consumismo può essere molto più utile di cinquecento euro in più di stipendio mensile. O più sbrigativamente: “Il neoproletariato è uno stato dell’anima, non una condizione socio-economica”. Il sottoproletario, parte non irrorata della società, zavorra, è dunque il sottoproletario cognitivo, ormai più massa di manovra per le classi dirigenti, piuttosto che minaccia o problema.                         (pagg. 134,135)

        Non è vero che, comunque, si vada avanti. Assai spesso sia l’individuo che le società regrediscono o peggiorano. In tal caso la trasformazione non deve essere accettata: la sua “accettazione realistica” è in realtà una colpevole manovra per tranquillizzare la propria coscienza e tirare avanti (…) 
La regressione e il peggioramento non vanno accettati; magari con l’indignazione e con la rabbia, che, contrariamente all’apparenza, sono, nel caso specifico, atti profondamente razionali. Bisogna avere la forza della critica totale, del rifiuto, della denuncia disperata e inutile. Chi accetta realisticamente una trasformazione che è regresso e degradazione, vuol dire che non ama chi subisce tale regresso e tale degradazione, cioè gli uomini in carne ed ossa che lo circondano. Chi invece protesta con tutta la sua forza anche sentimentale, contro il regresso e la degradazione, vuol dire che ama gli uomini in carne ed ossa.                     (Pier Paolo Pasolini, citaz. pag.18)


4 commenti:

  1. Oggi mi è proprio, proprio difficile commenticchiare cara Maruzza...con questi concetti letteralmente perfetti mi sento ancora più ignorante ma il messaggio di Pasolini mi ha preso il cuore !
    Sto leggendo il mondo di Anna è molto triste...ma stasera andrò a vedere il film di Vinicio Capossela, già il titolo è stastrambo, il paese dei Cappoloni...Evviva !!!
    Cosmoabbracci !!!

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Non posso non collegare l'ultima frase della tua citazione, "Chi invece protesta con tutta la sua forza anche sentimentale, contro il regresso e la degradazione, vuol dire che ama gli uomini in carne ed ossa." con un'altra citazione che ho incontrato parlando di un docu-film che proietteranno proprio a Palermo domani, sulla necessità di abituarsi a «pensare e studiare anche nelle condizioni più difficili», la frase è attribuita a Gramsci e il film è sull'esperienza di Gramsci a Ustica, in particolar modo sulla costruzione della scuola.
    Quando la protesta è la cultura, sono i libri e il pensare.
    Mi perdoni, ogni tanto mi dilungo, ma è il piacere delle belle conversazioni, anche se nella distanza e in forte differita :)

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  4. @Pippi: grazie per l'apprezzamento. Spero che il film ti Capossela ti sia piaciuto. Ancora cosmoabbracci e buona settimana.
    @Santa: che bello che citi la prima del film sul confino di Gramsci a Ustica ... L'ho perso perchè ero troppo stanca per uscire dopo una giornata di lavoro a scuola. Dilungati sempre: è un piacere colloquiare con te, sebbene a distanza. Ti abbraccio. Stai bene, mi raccomando ...

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