Per anni si è data per acquisita e scontata la cultura umana (come per altri versi si è data per scontata la democrazia) incorrendo in uno degli errori più nefasti che si possa immaginare. Meglio tener presente … che la cultura come l’abbiamo sinora conosciuta è il risultato di una lotta feroce contro le circostanze, ma soprattutto contro tendenze implicite nello stesso uomo.
Questa lotta ricomincia ogni giorno perché ogni giorno nascono uomini e, scusate l’ovvietà, nascono senza saper parlare, capire una lingua, far di conto, saper leggere, saper scrivere. Questo fatto andrebbe tenuto presente come un comandamento. Basterebbe in fondo uno sciopero assoluto della trasmissione del sapere per vent’anni per perdere tutto e retrocedere al paleolitico.
Pensare che un uomo che legga, scriva, studi, possa pensare allo stesso modo di chi non ha mai letto nulla è una sorta di razzismo al contrario e sputa in faccia alla fatica che la cultura e la conoscenza hanno rappresentato nella vita di ognuno (…) “L’uomo rinuncia alla conquista della visione alfabetica nel momento in cui, con lo smisurato crescere dell’informazione mediata dall’orecchio e dalla visione non-alfabetica, ha avuto l’impressione di fonti di conoscenza ugualmente ricche. Ha così, forse, rinunciato a una conquista evolutiva che la scrittura aveva stimolato per fare un passo indietro. E’ quasi come se si lasciasse da parte la visione alfabetica – un 'medium' pieno di tensioni e di fatica – per tornare a 'media' più naturali, più primitivi, di minor governo.” (Raffaele Simone: La terza fase – Forme di sapere che stiamo perdendo, p. 26,27).
Un habitus critico, che in misura minima è necessario per qualsiasi democrazia, si edifica con fatica e con ulteriore fatica lo si estende (…) contro abitudini, tabù, idee ricevute talmente antiche da non essere ormai neppure percepite. La lettura è una forma di realizzazione 'antropotecnica' dell’umano, su di essa abbiamo edificato la nostra civiltà e se abbiamo iniziato a non vedere più questa radice è solo perché è diventata una presenza ovvia. E’ adesso il caso di ricominciare a vederla e, se si dà il caso, a difenderla; diventa necessario cogliere cosa questa forma di vita dà e cosa toglie all’uomo. I non lettori e i lettori non pensano nello stesso modo. I secondi da tempo “si abituarono a un contatto con testi di natura più atomistica e individuale di quella che era tipica degli ascoltatori: si ascolta in compagnia, si legge in solitudine. D’altro canto, si diventò più sensibili ad avvenimenti lontani nel tempo e nello spazio” (R.Simone: La terza fase p.24).
(…) Se il sequenziale scompare a favore del simultaneo, crolla la capacità del progettare. Resta l’appagamento immediato e questo ci porta dentro il tempio del dio consumo (…). Se il sequenziale scompare si ricomincia sempre daccapo, è l’eterno presente che rende inutile l’esperienza, dunque la cultura e la memoria. Rende inutile anche la responsabilità per le cose, che si svolge nel tempo, nel venire chiamati a rendere conto di ciò che si era detto, fatto, previsto o promesso.
(Da Lumpen Italia - Il trionfo del sottoproletariato cognitivo, pp.168,169)
lo cerco...
RispondiElimina@franz: non ti deluderà, te lo garantisco.
RispondiEliminaAspetto, aspettiamo, con ansia la tua recensione !
RispondiEliminaMa che piacevole lettura "antropotecnica".la mia ignoranza è infinita non avevo mai sentito questo termine...
RispondiEliminaCosmoabbracci!!!
@Pippi: condivido l'ignoranza: anch'io ho conosciuto questo termine solo leggendo il libro! Cosmoabbracci affettuosi!
EliminaEppure è in questa direzione che si sta andando. E la cosa fa un po' paura.
RispondiEliminaInteressanti come sempre i tuoi post mia cara amica, da far riflettere, pensare, ragionare e agire..
RispondiEliminaPurtroppo sono d'accordo con Silvia ..Le direzioni attuali non mi sembrano abbiano svolte positive, un gregge ammassato che segue il capo branco..ma questa spero sia una visione puramente personale...
Gioiosa Epifania per te mia cara, un abbraccio forte!
È il pericolo che stiamo correndo Maria. Esistono per fortuna le "resistenze" o meglio la resilienza ed è a questa che dobbiamo guardare. :**
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