Priva di una dignitosa rete ferroviaria, all’interno della Sicilia i collegamenti avvengono soltanto tramite la rete stradale, con auto private o con bus di linea. Per molti prendere l’autobus è una necessità quotidiana; per l’avventore occasionale – isolato rispetto agli altri passeggeri, che si conoscono tra loro e passano il tempo parlottando in dialetto - il viaggio in corriera, ad esempio tra le province di Palermo e Agrigento, diviene un’esperienza particolare. La rivelazione più sorprendente è la prassi dell’autista: mentre guida, non lesina a nessuno due chiacchiere o una battuta; su richiesta, concede quasi dappertutto fermate non previste e magari glissa su qualcuno che non ha moneta per pagare il biglietto. Col finestrino abbassato, si accende persino una sigaretta. Per spegnerla solo dopo le proteste di una signora con l’accento emiliano che gli rammenta il divieto. Esclamando comunque, indispettito: “Ma si chidda era assittata dda sutta, comu ci arrivava lu fumu?”
Maria D’Asaro, “100NOVE” n.41 del 26.10.2017
Episodio divertente, che mi fa ritornare in mente gli autisti di quando ero ragazzino. Spesso e volentieri si fermavano al bar a bere un bicchiere di vino (magari a fine corsa, ma anche no...), cosa ormai rara nella società dei divieti di oggi. E per questo non facevano più incidenti di adesso.
RispondiEliminaCiao: grazie per la visita e il commento. D'accordo: la mia voleva essere una notazione briosa, non una severa reprimenda ... Buona settimana.
EliminaConfermo, ebbi modo di notare anch'io la prassi. Ricordo in particolare i "tic" di un autista di corriera: criticava inascoltato qualsiasi automobilista si trovasse nei dintorni, e una volta arrivato in città suonava il clacson a TUTTI gli incroci, praticamente senza motivo. Io li farei patrimonio dell'Unesco, gli autisti di Palermo: riescono a introdurre il turista nel cuore dell'isola prima ancora che si giunga a destinazione :) Il tuo delizioso quadretto gli rende pieno "merito".
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