Nostra signora lo aveva intuito: dalle serrande stranamente abbassate, dall’assenza dei figli e delle amate nipotine, dal troppo silenzio. I vicini di casa non stavano bene.
Provava una stretta al cuore: poteva fare qualcosa? Era tentata di offrirsi in aiuto, ma poi si era frenata: avrebbe provocato solo imbarazzo e disagio. Ora, non le restava che guardare i segnali di quella casa adesso così triste e muta: c’erano signori che ritiravano l’immondizia e qualcuno, figlio o genero, che portava viveri, sostegno e conforto, oltre l’uscio.
Finché, una mattina, una serranda fu alzata prima e più del solito: sui fili della biancheria danzarono lieti tanti panni colorati. Si udì la voce di un figlio: si indovinarono buone notizie, frammiste a echi di parole distese. Finalmente fu visto di nuovo il vicino, oltre il portone.
Nostra signora era lieta. E guarda quelle serrande ormai deste accogliere il sole tiepido della nuova primavera.
Maria D'Asaro
Bellissima storia soprattutto se fosse vera.
RispondiElimina@Daniele: vera al 100%.
EliminaLa vita e i daffare di un condominio, è vita contagiosa per tutti. Fin troppi inquilini vivono in una bolla ed è difficile strappar loro perfino un buongiorno. Averli a cuore, gioire della serenità comune, è un bel segno di umanità. E costa davvero nulla.
RispondiElimina@Franco Battaglia: grazie. Buon tutto.
EliminaUna storia particolare.
RispondiElimina@Gus O.: benvenuto nei mari... Grazie della visita e del commento.
EliminaStoria di vicinato attento e discreto, storia di cura e storia di "rinascita"... Bella.
RispondiElimina@Rossana: grazie dell'apprezzamento. Buon tutto.
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