C’è poco da aggiungere a quanto scritto qui su Dietrich Bonhoeffer, pastore evangelico tedesco impiccato nel campo di concentramento di Flossenbürg all'alba del 9 aprile 1945, per la sua convinta opposizione al nazismo e la sua cospirazione contro lo stesso Hitler.
Qui, su wikipedia, la sua storia
"Feldmann (2007), uno dei suoi biografi, nel suo libro Avremmo dovuto gridare, afferma che la teologia di Bonhoeffer si erge dalle tenebre e cresce nella notte. E’ il “dialogo ostinato e pieno di fede con un Dio che si nasconde mentre, in apparenza, l’unico in ascolto è il Diavolo e la morte è in agguato dietro la porta della cella” (pag. 233). (...)
E ancora: "La cosa più paradossale è che a partire dalla sua emarginazione troviamo la nostra riconciliazione e liberazione. Su questa stessa linea, sei anni prima di essere accusato dal regime nazista, Bonhoeffer scrisse alcune righe mentre era a New York: “Poiché Dio si è fatto uomo povero, miserabile, sconosciuto e fallito, e siccome da allora in poi non ha voluto essere trovato se non nella povertà e nella croce, proprio per questo non possiamo ignorare l’uomo e il mondo, proprio per questo amiamo i nostri fratelli” (Feldmann, pag. 235). (da qui).
Quindi, giustizia e fratellanza innanzitutto: etsi Deus non daretur, come se Dio non ci fosse.
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