Per qualche strana connessione mentale, le chiome cadute delle palme palermitane mi fanno pensare ai morti ammazzati, nella non lontana stagione della mafia assassina e sanguinaria: le centinaia di morti tra gli affiliati, per guerre intestine tra le famiglie mafiose, e le troppe morti eccellenti dei cittadini che non si sono piegati ai diktat di Cosa nostra.
Che c’entrano le palme agonizzanti con i morti per mafia? Forse poco o niente. Entrambi però sono stati causati da un agente invisibile, abile a nascondersi. Così molti ne hanno negato persino l’esistenza. Per ricredersi quando l’agente ha dispiegato il suo veleno sugli organismi attaccati.
Mafia e punteruolo rosso, infatti, si manifestano per gli effetti letali sulla società umana o sulle palme indifese. Per combatterli, allora, bisogna innanzitutto sapere che esistono.
E non scendere a patti, ma fare terra bruciata al loro nascosto infiltrarsi. Per evitare lo strazio infinito. Di uomini e palme.
Maria D’Asaro, “Centonove”, 23.10.2009
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