venerdì 3 settembre 2010

FERITE … D’AGOSTO


Rimasta in città, ad agosto di Palermo ho percepito un sapore diverso: le sue periferie quasi deserte, avvolte in uno strano silenzio, ti danno la sensazione di stare in un involucro vuoto. Del quale cogli i contorni, in tutta la loro evidenza. Quasi che la città si offra nuda, nella sua verità, a quanti non l’hanno abbandonata. Con l’abbagliante bellezza verde e azzurra del Foro Italico, e il colore vivo e improvviso delle corisie fiorite. Ma anche con le automobili posteggiate in seconda fila (malgrado la “largasia” estiva!), con le tante costruzioni approssimate, senza regole e senza estetica, con i mille rottami abbandonati nelle strade. E magari con lo scippo violento ai turisti. E allora pensi alle strade palermitane come appendici silenziose e scomposte di un corpo bello e malato, che si ostina a negare le sue ferite. Col rischio concreto che si infetti e marcisca, tra poco, l’intero organismo.
Maria D’Asaro

( pubblicato su “Centonove” il 3-09-2010)

Nessun commento:

Posta un commento