Un paio di occhi verde intenso sotto una folta capigliatura corvina.Minuto, iperattivo, poco costante nello studio, a volte assente: magari nei giorni strategici dei compiti o delle verifiche orali.
Comunque, Gaetano fu promosso dalla prima in seconda.
In seconda, stessa solfa: assenze, studio quasi zero, comportamento un po’ negativo. - I genitori … i genitori non si vedono mai. Convocali, per favore – mi dicono, a giro, i vari colleghi. – Telefono a casa. Non risponde nessuno. Un compagno mi dice che sono sempre al lavoro. Hanno un negozio. E poi la madre è incinta di un altro bambino. Telefono allora al negozio. Mi risponde una voce da uomo.
Chiedo se è il papà di Gaetano: - Sono il fratello maggiore – risponde con fare cortese – Veramente ho bisogno di parlare con i suoi genitori – obietto altrettanto gentile. – Mio padre non c’è, mia madre è alla cassa … Può dire a me: le assicuro che riferirò ai miei genitori.
Non ho alternative: gli dico che Gaetano non studia, che va proprio male …. Dall’altro capo del filo, silenzio un istante; poi: - Riferirò ai miei genitori, glielo assicuro – ripete con tono da uomo.
In effetti, al ricevimento successivo, la mamma si presentò. Poi, persino il papà. Però quell’anno Gaetano rimase in seconda.
L’anno dopo, la storia fu quasi la stessa. Al telefono, sempre il fratello maggiore: serio, ossequioso, quasi un papà di riserva.
Anche per evitare una bocciatura dietro l’altra, Gaetano in terza ci fu traghettato.
In terza, però, niente da fare. Gaetano adesso aveva anche una ragazza. Solo per lei, le sue energie e il suo interesse. La baciava anche dentro la scuola. Una volta anche dentro alla classe. Con rimproveri, note e sospensione a seguire.
Le telefonate al fratello erano ancora di rito. E il fratello ripeteva, gentile, che avrebbe riferito a mamma e papà e che, caspita, Gaetano: - Doveva mettere la testa a posto, prima o poi … -
Non ammesso agli esami, a luglio i suoi genitori chiesero l’iscrizione al serale: così, di mattina, poteva dare una mano in bottega. Assieme al fratello.
A fine settembre, una visita inattesa. – Professoressa, il sig. … vuole parlarle. – Ma non lo avevo iscritto al serale, Gaetano … – mormoro dentro di me … Entra il papà di Gaetano: volto emaciato, espressione stravolta – Mi dica – il mio tono è interlocutorio. Sensazione di all’erta – Professoressa, Gaetano il corso serale non potrà frequentarlo. - Perché? – Sensazione di grande disagio – Perché … – non finisce la frase, singhiozza.
Sto zitta. Quella cravatta nera… Lascio che metta fuori le lacrime. Sensazione di gelo.
Il papà di Gaetano si ricompone: - Forse non lo ha saputo, professorè: mio figlio, il grande, è morto … Due mesi fa. Un incidente col motore – Riferisco io ai miei genitori - mi ritorna quella voce da adulto. Vorrei piangere anch’io.
– Aveva solo 21 anni, lo capisce, professorè – lacrime calde bagnano adesso la cravatta scura. – Mi dispiace – la mia voce fatica a essere ferma – Sono una madre anch’io… Mi dispiace, davvero… - Gaetano ha preso il posto di suo fratello, in negozio … Come fa ora, per la licenza media? –
Gli dico che lo aspetto a gennaio. Lo farò presentare da candidato esterno, agli esami. Che dovrà provare a studiare un pochino. Io penserò a tutte le faccende burocratiche: richiesta formale, libri, programmi in doppia copia.
A gennaio si presentano insieme Gaetano e sua madre. Lei, occhi umidi e spenti. Mi prodigo con piani di studio, libri in prestito, qualche minuto consiglio.
Ci vediamo di nuovo due mesi dopo. – Grazie per quello che fa per Gaetano – mi dice la madre piangendo. L’abbraccio. Le dico che è quello che la mia professione e il mio cuore mi impongono.
Gaetano si presenta agli esami. – Hai studiato? – gli chiedo con trepidazione. – Un pochino….
I suoi occhi adesso sono di una serietà impressionante. Un po’ chiusi, esprimono una nuova, triste fermezza.
Ce l’ha fatta, agli esami. Qualche cosa, agli insegnanti l’aveva detta.
L’esame più duro, glielo aveva riservato la vita. Un anno prima.
Non solo l'esame della scuola dell'obbligo,ma anche la laurea, quella vera, la da la vita.
RispondiElimina@Costantino: è proprio così... grazie dell'attenzione.
RispondiEliminaQui si rivela l'umana impotenza: per certe materie ci si può affidare solo ad un Maestro... Ciao Maruzza, questa bella raccolta non lascia mai indifferenti.
RispondiElimina@dr.Peter: grazie della tua costante... pazienza nel leggermi. Prometto di offrire, prossimamente, qualche piatto di parole di diverso sapore!
RispondiEliminaQuesti racconti mi fanno venire le lacrime agli occhi... ma sono felicissima di leggerli, è come condividere un pezzetto di vita di queste persone. Grazie Mari, sono delle lezioni di vita importanti.
RispondiElimina@Vele: grazie del tuo coinvolgimento emotivo. Leggendo il tuo blog, ti ritrovo molto ... sorellina!
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