mercoledì 2 novembre 2011

Ballo in Fa Diesis Minore: Sulla morte, senza esagerare


Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e così sono crudele, così forte sono e dura,
che non mi fermeranno le tue mura.
Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell'oscura morte al passo andare.
Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora.



Alla danza macabra cantata da Branduardi, il contraltare di speranza di una poetessa polacca, premio Nobel per la Letteratura nel 1996.

Sulla morte, senza esagerare


Non s'intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessitura, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.
Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.
Non sa fare neppure ciò
che attiene al suo mestiere:
né scavare una fossa,
né mettere insieme una bara,
né rassettare il disordine che lascia.
Occupata a uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo né abilità.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.
Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo!
A volte le manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Più di un bruco
la batte in velocità.
Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pelame invernale
testimoniano i ritardi
del suo svogliato lavoro.
La cattiva volontà non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
è, almeno fin ora, insufficiente.
I cuori battono nelle uova. Crescono gli scheletri dei neonati.
Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.
Chi ne afferma l'onnipotenza
è lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non è.
Non c'è vita
che almeno per un attimo
non sia immortale.
La morte
è sempre in ritardo di quell'attimo.
Invano scuote la maniglia
d'una porta invisibile.
A nessuno può sottrarre
il tempo raggiunto.
Wislawa Szymborska

5 commenti:

  1. che paura che mi fa.
    più forte di me e della mia razionalità.

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  2. Due visioni molto diverse per parlare dello stesso argomento: da una parte l'iconografia tradizionale e macabra, dall'altro il delizioso sarcasmo della Szymborska (poetessa che piace molto anche a me).

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  3. Interessante confronto, davvero.

    Buona giornata,
    Sara

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  4. Molto bella la poesia di questa poetessa che non conoscevo...Branduardi il mio preferito....
    grazie!
    complimenti per il blog :=)))
    a presto
    cristina

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  5. Wow! Un quartetto di commenti al femminile!
    @calzino: sottoscrivo, bedda.
    @Vele: hai colto perfettamente il contraltare dei due punti di vista: la Szymborska il Nobel l'ha proprio meritato! Ciao!
    @Sara Spanghero: grazie della visita. Buona giornata anche a te.
    Maria
    @Cristina: Benvenuta nei mari da solcare. Grazie per i complimenti! Verrò a conoscerti anch'io! Ciao, Maria.

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