martedì 21 ottobre 2025

"Chi ha cominciato?": è questa la domanda-chiave?

       “Hai cominciato tu!”, grida un bambino. “No, sei stato tu a cominciare!”, grida in risposta l’altro. E continuano a suonarsele.
Nei conflitti bellici l’atteggiamento è lo stesso. Identico. Ogni Governo, in maniera uguale e contraria, dice che a cominciare è stato l’altro. 
      Tuttavia, questo non è ancora il peggio. Il peggio, in quanto contribuisce alla ratifica definitiva dell’idea della ‘necessità’ della guerra e addirittura alla sua estensione[1] ,si realizza quando la stessa postura dei contendenti viene assunta dalle terze parti che, come tifoserie, si schierano con uno di loro attribuendo all’altro la responsabilità di avere, appunto, “iniziato”.
Tale atteggiamento si trasmette (sia pure solo tendenzialmente) dai Governi ai media e dai media alla gente comune, che, per qualsiasi fronte parteggi, lo fa con la pretesa di stare – per ricordare una frase usata e abusata – “dalla parte giusta della Storia”, dalla parte della Giustizia, e dunque degli oppressi che, nello schema dicotomico all’interno del quale siamo stati abituati a pensare, sono “i buoni”, di cui talvolta finiamo per giustificare non solo il ricorso alla forza violenta per legittima difesa ma perfino il ricorso alla violenza di qualsiasi tipo (quella terroristica compresa), perché, si dice appunto, la responsabilità è di quello che “ha iniziato”, e non dell’altro: aut-aut, o con l’una o con l’altra parte. 
     In nome del giusto rifiuto sia dell’indifferenza sia dell’equidistanza, si sceglie una parte, quella che si ritiene oppressa, o più oppressa, o oppressa (d)“all’inizio”. 
     In realtà, lo schieramento delle terze parti (Governi o società civili, non importa) tradisce e impedisce il ruolo positivo, in direzione di una trasformazione positiva del conflitto perché lo polarizza, lo estende e radicalizza, anziché contribuire alla sua multilateralizzazione (nell’antica Grecia Tucidide e Plutarco lo sapevano già benissimo).
      In Storia (nella storiografia, intendo) – ma anche nella poesia epica – le cose non vanno diversamente: da Erodoto (e da Omero) ad oggi, la domanda con cui inizia lo storico (e il poeta epico) è sempre la stessa: “chi ha cominciato?”. E questo anche se capita poi che lo storiografo e il poeta antichi mostrino che le cose sono più complesse. Facciamo un esempio. Nella mitica guerra di Troia, chi aveva veramente cominciato?
      Noi stiamo di solito dalla parte dei greci e riteniamo che abbiano cominciato i troiani, perché Paride ha rapito la greca Elena, moglie di Menelao, e soltanto dopo, quest’ultimo, con l’esercito raccolto dal fratello Agamennone, attacca la città di Troia per riprendersela. Eppure, nel racconto omerico: 1. Paride ha rapito Elena, sì, ma con il consenso di lei perché Afrodite, la dea dell’amore, le ha momentaneamente ottenebrato la mente(insomma è stata consenziente per un colpo di testa, diremmo in termini odierni); 2. per il rapimento di una singola donna (che proprio rapimento, come si è visto, non è), i greci organizzano addirittura un esercito e attaccano la città di Troia e vogliono lo sterminio della sua intera popolazione, il suo genocidio. A rigore, la “guerra” in senso stretto l’hanno cominciata i greci che però l’hanno fatta per salvaguardare il Diritto; mentre il troiano aveva effettuato solo un “rapimento”, che comunque – dimentichiamo – aveva l’avallo della rapita stessa ed era dovuto all’iniziativa della dea!
   Dunque, la risposta alla domanda “chi ha cominciato?” è problematica. Ma, soprattutto, serve a qualcosa stabilirlo come giudici terzi che si pretendono detentori della Giustizia? (continua a leggere qui) 

Intervento del prof. Andrea Cozzo, c/o Borgo Danilo Dolci – Trappeto (PA), 18.10.2025

(Le parti in neretto sono state evidenziate dalla scrivente che ha riportato lo scritto nel blog)

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