domenica 9 novembre 2025

Giovani e smartphone, allarme serio

        Palermo – “Smartphone: se ne conosci i rischi, lo eviti”. Bisognerebbe far partire immediatamente una massiccia campagna informativa per rendere consapevoli i responsabili della formazione dei minori, i genitori innanzitutto, dell’impatto devastante dell’uso smodato degli smartphone sulla psiche dei ragazzi.
      Qualche settimana fa, questa verità ce l’ha ricordata la giornalista Alessia Mari con un servizio del telegiornale scientifico Leonardo: un uso eccessivo dello smartphone, oltre a provocare nei più giovani fenomeni di ansia, disturbi del sonno e vere e proprie patologie da dipendenza, ne comprometterebbe anche alcune importanti funzioni cognitive.
        Il come e il perché lo ha spiegato lo psico-analista Massimo Recalcati, intervistato da Alessia Mari: “Cliccare le notifiche sui social, scrollare lo schermo alla ricerca di video, chattare e digitare continuamente qualcosa, centinaia e centinaia di volte al giorno: gli smartphone provocano ansia e dipendenza. 
Ma oggi, specialmente nei più giovani, il loro utilizzo incessante sta cambiando anche la modalità di formazione dei processi cognitivi: infatti i dispositivi disturbano l’attenzione profonda e le sovra-stimolazioni impediscono lo sviluppo di un pensiero critico. Tutto sugli schermi scorre in superficie, senza vette né profondità”.
Certamente, il cellulare non è il primo oggetto psico-tecnico: il primo fu la televisione. “Vedevamo già allora, da psico-analisti, come il vero genitore in una casa rischiasse di essere proprio la televisione, cioè l’oggetto più ascoltato – continua Massimo Recalcati - Non le parole di un padre, non le parole di una madre, ma quelle appunto di un oggetto psico-tecnico.
Adesso gli oggetti psico-tecnici si sono moltiplicati. Lo smartphone resta quello fondamentale e centrale, ma anche l’IA depista, contribuisce a deviare l’attenzione. L’attenzione invece, quando si studia, esige non uno scorrimento orizzontale (vale a dire lo scrolling che caratterizza la conoscenza attraverso questi strumenti), ma la verticalità della concentrazione e dell’approfondimento.”
Viene poi sottolineato che, in alcuni casi, gli smartphone impediscono gli incontri nella vita reale, amplificando la dimensione solo virtuale dell’appuntamento, creando quella che Recalcati definisce “la camera di sicurezza della vita virtuale, rispetto alla difficoltà, all’imprevedibilità, all’ingovernabilità che può caratterizzare invece un incontro reale”.
La giornalista Alessia Mari sottolinea poi ancora che la fuga dal contatto reale porta molti giovani a ‘confidarsi’ con i chatbot conversazionali, software progettati per simulare con l’IA conversazioni che, sempre più spesso, sostituiscono pericolosamente anche psicologi e terapisti.
Inoltre, l’uso dello smartphone tende a scalzare anche i maestri: infatti le sovra-stimolazioni indotte dal dispositivo impediscono di stabilire una gerarchia nei contenuti e minano il riconoscimento dell’autorevolezza degli insegnanti stessi, compromettendo il processo educativo.
“Il primo problema dell’insegnante oggi è: come posso catturare l’attenzione dei ragazzi? – evidenzia infine lo psico-analista – Come posso rendere la mia parola più interessante di quello che loro possono vedere facendo scorrere le immagini sul cellulare? 
I docenti devono riguadagnare l’attenzione… bisogna con fatica ricostruire l’autorevolezza dai piedi, dal basso. Come? Con la forza delle proprie parole, con la forza del proprio entusiasmo, con la forza del proprio desiderio…”
È questa oggi la battaglia impari degli insegnanti, quasi novelli Davide, contro il potente gigante della tecnologia e dell’IA, nuovo Golia.   
Non è per niente facile per i docenti sostenere il confronto, bisogna onestamente riconoscerlo. Ma è una lotta che è indispensabile ingaggiare per mantenere vive, nei giovanissimi, capacità cognitive e attitudini alla socialità. E, non ultimo, il senso dell’umano.

Maria D'Asaro, 9 novembre 2025, il Punto Quotidiano

9 commenti:

  1. Metterei in lista anche gli alcolici, una deriva preoccupante, una moda, un sistema di esistere. Se un uomo con il cellulare, incontra uno con la birretta, quello col cellulare è spacciato.

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    1. @Franco: d'accordissimo sull'aggiungere gli alcolici nel promemoria dell'allarme rosso. Buona settimana. A presto!

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  2. Vorrei vendessero telefoni con whatsapp e google maps e per il resto che fossero come quelli degli anni 2000, dove non potevi far niente se non chiamare. Ho bisogno io stesso di disintossicarmi.
    P.s. scrivo questo commento da uno smartphone

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    1. @Davide: capisco e condivido. Mi sto imponendo di controllare le notifiche delle chat solo mattina e sera, sto scrivendo ai contatti che chi vuole notificarmi qc. di urgente mi chiami... Stiamo entrando in una nuova era antropologica senza rendercene conto e senza soppesarne le conseguenze... Buona settimana. Grazie per il riscontro.

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  3. Io non ho il cellulare. E devo dire che mi sono trovato poche volte in una di quelle situazione in cui sei portato a pensare: “ah, se avessi avuto il cellulare…! E in quelle poche volte non mi è successo niente di grave. Ho solo dovuto subire la dura reprimenda di mia moglie. Non era forse così - per tutti - soltanto una ventina di anni fa? Non stiamo mica parlando del pleistocene! Il cellulare – che è un’ottima invenzione, nessuno lo può negare - purtroppo è sfuggito di mano a tutti, nessuno escluso. Anche a quei genitori che oggi sono preoccupati per l’uso smodato che ne fanno i propri figli. Cominciassero loro a darsi una regolata. “Beato te”, mi sento spesso dire, come se fossi un favorito degli dei e gli altri, invece, degli sfigati a cui il medico ha imposto lo smartphone. Basta non comprarlo. E se lo compri, ricordarsi di spegnerlo ogni tanto, soprattutto nei luoghi pubblici e affollati, sui treni e su tutti gli altri mezzi di trasporto dove io lo VIETEREI. Uso il mio amato telefono fisso con la tastiera a disco rotante. Certo, se sto per arrivare a casa non posso avvertire mia moglie di buttare la pasta. Purtroppo! E poi, non conosco quel sottile piacere di far sentire agli altri i fatti miei, mentre mi trovo sulla metro.

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    1. @Pino: complimenti per la tua eroica resistenza. Capisco e condivido complessivamente tutte le tue considerazioni. Io lo smartphone ce l'ho, ma lo spengo la sera e cerco di farne un uso limitato. Grazie ancora della visita e del tuo illuminato riscontro. Buona settimana.

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    2. Pino un virtuoso.. mia moglie mi rimprovera perché spesso il mio cell è in versione "muto". ;)

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  4. Il cellulare ha sostituito la famiglia che ha solo quel mezzo per sapere della vita dei figli. Come fare altrimenti? Poveri genitori... e poveri figli.
    Ciao.

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