venerdì 8 maggio 2015

Super presidi per miniscuole

    L’ampia partecipazione dei docenti palermitani alla protesta contro il Ddl ”La buona scuola” dimostra la distanza tra i veri bisogni del mondo della scuola e le idee di riforma dell’attuale governo Renzi. Tra gli articoli più contestati del Ddl c’è quello che prevede maggiori poteri ai dirigenti scolastici che, all'interno di albi territoriali, potrebbero scegliere i docenti da inserire nella “loro” scuola e, sentito il Consiglio di Istituto, assegnare un bonus annuale delle eccellenze destinato però solo al 5% degli insegnanti, sulla base di presunte qualità dell'insegnamento, della capacità di utilizzare metodi didattici innovativi e del contributo dato al miglioramento della scuola. Era questa la scuola dell’autonomia delineata dalla legge 59/1997? E’ di un preside manager con super poteri quello di cui ha davvero bisogno la scuola italiana? Scopiazzando modelli esteri, fallimentari anche nei paesi di provenienza, non rischiamo invece di rendere la nostra scuola ancora più marginale e caotica?
                                                   Maria D’Asaro:Centonove” n. 18 del 7.5.2015

4 commenti:

  1. Ma no, Maria, non la scuola in genere, bensì la scuola pubblica, così come l'abbiamo vissuta, per fortuna nostra, noi cinquantenni (non so la tua età), da studenti e all'inizio della nostra carriera di insegnanti. Quella scuola che voleva essere accogliente e inclusiva, democratica, e con l'obiettivo di smorzare le diseguaglianze tra i suoi utenti tutti. La marginalità sarà delle scuole povere, con alunni provenienti da famiglie che non possono permettersi di dare gli oboli richiesti. Marginali diventeranno sempre più quegli insegnanti che si rifiutano di ricorrere al proprio senso di responsabilità verso antiquate regole morali, quali indipendenza e dignità e fierezza per la propria rettitudine associata a passione per il proprio lavoro faccia a faccia con le persone rappresentatre da ogni singolo alunno. Si continuerà a perdere quello che si è già iniziato a perdere in questi anni convulsi e tristi tra berlusconismo e renzismo. Altro che trasformismo di ottocentesca memoria. Qui e ora si aspira al partito della nazione, la scuola sarà il suo specchio :-( . Ho scritto anch'io qualcosa al proposito, proprio in occasione dell'importante sciopero del 5.

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  2. Scusa, volevo dire: "quegli insegnanti che non si rifiutano di..."

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  3. “Repubblica – Palermo”
    7.5.2015
    Le responsabilita’ dei sindacati e del governo

    Il successo dello sciopero del 5 maggio contro la “buona scuola” potrebbe indurre i sindacati nell’illusione che gli avversari dei loro avversari siano loro amici. Detto in soldoni: scendere in piazza contro questo governo non significa essere a fianco di questi sindacati. Le proposte di riforma governative sono ora opinabili ora inaccettabili: ma sono state avanzate per sanare una scuola sfasciata, prima di tutto, dai sindacati.
    Mi limito a una sola esemplificazione che potrebbe chiarire altri punti della questione. Da sessant’anni a scuola è valso il combinato disposto di due principi altrettanto assurdi: che si possa diventare titolare di cattedra per anzianità e non per preparazione; che una volta entrati nei ruoli i docenti siano inamovibili. Chi ha pressato i governi, più o meno clientelari, della Prima e della Seconda Repubblica per ridurre la scuola a ufficio di collocamento per falliti o, meno brutalmente, ad ammortizzatore sociale per combattere la disoccupazione intellettuale ? E chi, se non i sindacati, si sono compattamente mobilitati quando si trattava di difendere il “posto di lavoro” di insegnanti o di personale amministrativo, tecnico e ausiliare platealmente inadatti ? In questi decenni ho visto cose che gli umani non possono neppure immaginare: presidi in missione permanente in giro per il mondo (qualcuno è stato condannato perché - con in combutta con il dirigente amministrativo – si regalava anche champagne e donnine allegre); professori che, vittime di gravi malesseri fisici e psichici, si rifiutano di passare a mansioni diverse dall’insegnamento; tecnici di laboratorio perennemente occupati al cellulare o al bar; bidelli che lasciano le aule sporche come le trovano, legittimando gli alunni più stupidi a sporcarle ancora di più il giorno dopo…
    Che un governo voglia dire “basta” a questo andazzo vergognoso è più che giusto. Se non fosse formato quasi tutto di ragazzini presuntuosi (in alcuni casi neppure laureati), ascolterebbe i suggerimenti che molti di noi abbiamo espresso da più di quarant’anni su riviste e libri. Per esempio che - essendo molti dirigenti scolastici come quelli di cui ho raccontato le gesta nel volume Presidi da bocciare? e che mi hanno invano minacciato di querela - prima di investirli di tanto potere andrebbero attentamente scremati (licenziando i più matti, i più violenti e i più ignoranti). E, inoltre, a regime, che essi debbano valutare non in monarchica solitudine ma all’interno di una commissione di cui facciano parte anche tre colleghi, tre rappresentanti dei genitori e tre alunni (estratti a sorte fra quelli che hanno lasciato, da almeno un anno e da non più di due, la scuola).
    Mi rendo conto che queste proposte (non a caso abbracciate per poco tempo da sindacati nuovi, estranei alle Confederazioni tradizionali, ma ben presto abbandonate per paura di perdere consensi), come altre ancora più radicali su aspetti della vita scolastica, siano inaccettabili: sia dall’ideologia massificante di chi urla contro la meritocrazia come criterio di carriera per i docenti (tanto, poi, i figli della sinistra chic sono ben sistemati fra padri gesuiti, ancelle e padri salesiani, prima di partire per l’università in Germania o negli Stati Uniti) sia dalla mentalità aziendalista di un governo “progressista” in grado di attuare le riforme liberiste e autoritarie impedite ai precedenti governi “conservatori” di destra. Ma pazienza ! Come mi ha insegnato un’alunna su Facebook, in un italiano non proprio impeccabile, “se volevo piacere a tutti, nascevo Nutella”.

    Augusto Cavadi
    www.augustocavadi.com

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  4. @bibliomatilda e Augusto: niente da aggiungere. Grazie per il contributo delle vostre utili riflessioni.

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