giovedì 9 luglio 2015

Devo sapere subito se sono viva ...

Dal mio libro sul comodino:  Devo sapere subito se sono vivo,  ecco – a mio avviso – il magnifico incipit del III capitolo, curato da G.Salonia:
(…E’ proprio vero che i poeti, i folli e i bambini sono i ‘Pastori dell’Essere’: essi custodiscono cioè gelosamente la sorgente intima e feconda della condizione umana. “Un solo verso – canta Turoldo – fessura sull’infinito come il costato di Cristo/un solo verso può fare grande il mondo”. Le Comunità Terapeutiche Psichiatriche non sono il territorio dove si imprigiona la follia, ma il luogo in cui si vive, nel quotidiano, la decisiva fatica del diventare umani. Per questo, le comunità devono diventare punto di riferimento, laboratorio di crescita umana per la polis che vuole definirsi e costruirsi quale città vivibile e umana. Alla scuola delle Comunità terapeutiche è possibile confrontarsi con i valori – allo stesso tempo intimi e politici – dell’accoglienza, della diversità, dell’unicità di ogni persona, del potere rigenerativo dell’incontro.
I bambini, poi! Che si riprenda ad ascoltare i bambini è stato uno degli ultimi messaggi di Laing. Quando accade che un bambino si affida a noi dandoci la sua manina e fissandoci con due occhi grandi e teneri, ci sentiamo ri-generati e si rinnova in noi quello che Nietzsche chiama il ‘matrimonio dell’anima col corpo’. In una società complessa e frantumata in soggettività molteplici e autoreferenziali, diventa impegno primario la ricerca di nuove ragioni e di nuove regole del vivere insieme. I bambini (vicini alla sorgente della vita), i poeti (che sperimentano una dimensione di gratuità dell’esistenza) e i folli (feriti mortalmente nelle relazioni più arcaiche) ci permettono di sottrarci allo smarrimento del Man sagt heideggeriano, dell’alienazione, delle apparenze e ci aprono inediti e genuini percorsi di rigenerazione e di ricominciamento per inventare un futuro possibile.

Devo sapere subito se sono vivo, di Salonia, Conte, Argentino (Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, 2013,€ 16,00, pagg.55,56)

6 commenti:

  1. Eh, sì, dovremmo cominciare ad ascoltarli di più, bambini, i poeti e i folli.

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  2. Ciao Bedda !!!
    L'argomento mi tocca tantissimo dato che lavoro in più comunità terapeutiche.
    Essere disabili è sempre stato faticoso la società ci vuole belli, efficienti deficienti,pardon efficaci ma non è così...
    non esiste la perfezione ogni persona ha una propria disabilità e per chi è toccato gravemente è una sfortuna, le famiglie a volte sono abbandonate ad affrontare e gestire "gli alternativi" sono piegate dal peso e dai sensi di colpa.
    Hanno ragione Salonia, Conte, Argentino, ci vogliono nuove regole del vivere insieme e mai dimenticare che potevamo nascere anche noi "alternativi" ...e domani diventare "alternativi".
    Cosmoabbracci !!!

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  3. Se a poeti, folli e bambini aggiungiamo animali e vegetali, come credo abbia già previsto questa corrente di pensiero, possiamo avere un'idea grossolana del paradiso che ci fu offerto. E che sempre qua resta, per i buoni che vogliono identificarcisi e proteggerlo (vedi Maruzza). Il passo è stupendo, grazie. Buona Domenica!

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  4. @Silvia: Nel bellissimo "Il libro dell'ignoto" Mr.Keats ci presenta poeticamente folli e bambini indimenticabili ...
    @Pippi: le tue considerazioni, partorite dalla tua particolare e intensa esperienza di vita, sono giustissime. Un fresco abbraccio supercosmico! A presto.
    @DOC: fai bene a ricordare le creature animali e vegetali, anch'esse "pastori dell'Essere". Grazie per le belle cose che mi scrivi. Ti abbraccio. Buona domenica anche a te.

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  5. Non ero ancora riuscita a leggerlo... aggiungo anche questo link.
    Lo trovo legato a filo doppio al precedente.
    Grazie Maria per queste fonti :*

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  6. @Santa S: grazie per la condivisione attenta e affettuosa. Un fresco abbraccio!

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