mercoledì 22 luglio 2015

Cento tag di solitudine

Due riflessioni sulla solitudine: la prima di Elena Stancanelli. giornalista; la seconda del prof. Giovanni Salonia, frate cappuccino e psicoterapeuta,  direttore scientifico dell’Istituto di Gestalt Therapy Kairòs 
La stanza, Vincent Van Gogh, 1888

Meglio soli che in FB contattati (il titolo è mio)…

La prossima epidemia mortale che dovremmo affrontare sarà la solitudine. Gli uomini e le donne che verrano avranno il cuore spaccato da quel sentimento notissimo, che finora curavamo con l’amore, l’amicizia, il sesso, il cibo, i libri. Non basteranno più, sembra. Perché la società che stiamo approntando funziona meglio se può rivolgersi al singolo, e quindi disincentiva ogni forma comunitaria. Apparentemente incoraggiandola, certo, come ogni buona azione pubblicitaria sa bene.
Abbiamo inventato social in cui accumulare amici, o chat nelle quali incontrare più gente possibile. Più o meno siamo tutti amici, o amanti, o tutte e due le cose. E perché questo funzioni in maniera fluida, sarà meglio non incastrarsi in legami stabili.
Che ne sarà di tutti gli altri, se dovrai occuparti di uno solo? Hai 10000 amici su Facebook, milioni di contatti disponibili su Tinder, una fraccata di follower su Twitter, non vorrai mica stare a perdere tempo con un compagno, o una compagna?
Uno solo, ti rendi conto?! È una battaglia impari, e già perduta. E pazienza se così diventeremo tanti esserini deboli, sempre impegnati nell’incessante processo di aver fame ed estinguerla, aver fame ed estinguerla. Un movimento celibe, sterile e che di certo non produce affetti. (…)  
E. Stancanelli (“La Repubblica”, 14 marzo 2015)

Vivere la propria vita come un’opera d’arte

Si raggiunge il “potere personale” (termine caro a C. Rogers) e ci si riconcilia con se stessi e con la vita, se si riesce ad esprimere fino in fondo l’artista che vibra e freme nell’intimo di ogni vivente. Impresa ardua, ma inevitabile. Primo passo sarà, forse, accettare la propria intima solitudine secondo il famoso detto di Duns Scoto: Ad personam requiritur ultima solitudo. La solitudine radicale ci fa soggetti. Quindi, entrati in contatto con la propria unicità, sarà necessario rischiare di esporsi al mondo vincendo - ecco il potere! - la fobia di valutazioni esterne. Infine, esprimere pienamente la propria creatività sconfiggendo - ancora potere! - la fobia dell’essere concreti e limitati connessa con il narcisistico rimandare progetti sempre annunciati e mai incarnati. Solo se si riesce a vivere la propria vita come un’opera d’arte, il bisogno di potere dentro di noi si placherà e diventerà creativo e positivo non solo per noi ma anche per gli altri. 
Giovanni Salonia (Yes, we can. Il fascino del potere di creare o distruggere la relazione in Messaggero Cappuccino, da qui

7 commenti:

  1. Poco fa ho ricevuto una telefonata a sorpresa. Non credo fosse un dialetto, il suo: probabilmente era uno straniero. Che ha sbagliato numero. Ti confesso che ci sono rimasto un po' male... E' vero, ci sono troppi soli, ultimamente, in questo cielo. Che scaldano la terra solo in superficie, mentre il suo nocciolo continua a raffreddarsi inesorabilmente.

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  2. Condivido ampiamente la tua selezione e l'ho sempre manifestato.
    Soli nella moltitudine.
    Concordo anche con la riflessione di Doc "... scaldano la terra solo in superficie, mentre il suo nocciolo continua a raffreddarsi inesorabilmente."
    Io resto sempre un'inguaribile sognatrice... Un abbraccio (virtuale, ma vero)

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  3. @DOC: mia madre diceva "meglio soli, che male accompagnati". Ma se si stempera la solitudine esistenziale con un buon accompagnamento, è meglio! Ti auguro di ricevere telefonate consone e consolanti ... Un fresco abbraccio.

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  4. @Santa S.: grazie della tua presenza costante e affettuosa. Gli abbracci virtuali ma autentici riescono a scalfire un pò la solitudine! E quindi un fresco abbraccio.

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  5. Boh ho un'eta ormai in cui ho visto il prima e il dopo internet. E non è che nel prima si stesse molto meglio...

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  6. Attraverso una terra di chi passiamo noi, la solitudine può spezzare la schiena,attraverso una terra di chi passiamo noi la solitudine come terapia.
    La solitudine travolge l'animo in mezzo alla gente, perché ???
    Cosa abbiamo smarrito ???
    Ogni creatura nel suo cammino perde,perde la strada, la madre,la sorella, l'amore, la creaturina pelosa, la quercia, si perde ogni giorno e la solitudine dolorosa ci accompagna...tutto scorre
    Esistono Uomini illuminati che donano e rendono la solitudine luminosa.
    Poeti, scrittori, musici, pittori, artisti di strada, contribuiscono ad alleviare il peso.
    Come d'incanto scivolano parole, melodie, colori che avremmo sempre voluto scrivere, cantare, dipingere !!!
    Grazie cari compagni illuminati che con il vostro dono mi fate sentire meno sola.
    Grazie a te Mari che, con i tuoi argomenti mi fai argomentare...
    Cosmoabbracci !!!

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  7. @Alfa: hai ragione. Internet amplifica tendenze (positive o negative) che ci sono nelle persone a prescindere dal mezzo comunicativo. Buona estate.
    @Pippi: leggerti e sentirti è una gioia ogni volta. A presto. Cosmoabbracci freschi e affettuosi.

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