domenica 19 luglio 2015

19 luglio 1992

 
   Tutti i palermitani ricordano dove erano il pomeriggio del 19 luglio 1992. Io ero in vacanza a Ustica, con Irene, sei anni, che imparava a nuotare, e Riccardino, di appena due anni, che saltellava dicendo “tette, otto: Uttica!” Il 19 luglio 1992 avevo un figlio in meno e una sorella in più. Una sorella che, quel pomeriggio, mi chiamò al telefono per dirmi che Paolo Borsellino era stato ammazzato con un’autobomba e che da casa di nostra madre, non proprio vicina a via D’Amelio, si era sentito il botto. Non ci eravamo ancora ripresi dalla strage di Capaci, avvenuta neppure due mesi prima, ed ecco, eravamo di nuovo a lutto. Bisogna essere palermitani per capire lo strazio, il dolore, la paura, lo schifo. Da allora niente è stato più come prima. Avevamo la nostra ISIS e non è stato facile conviverci e combatterla. 
Dovrebbero ricordarselo, il Primario dell’ospedale di Villa Sofia che avrebbe pronunciato l’orribile frase nei riguardi di Lucia Borsellino, figlia di Paolo ed ex assessore regionale alla Sanità, e lo stesso Presidente della Regione Crocetta, che avrebbe ascoltato la frase senza reagire. Comportamenti come quelli del dottore Tutino e del presidente Crocetta ci ricordano che è stata proprio l’enorme zona grigia a fare da brodo di coltura al braccio armato di Cosa nostra. Questi fatti, che ci fanno vergognare come siciliani, rischiano di minare definitivamente la fiducia verso le istituzioni e dimostrano quanto sia urgente e difficile essere autenticamente antimafiosi. La vera antimafia non è fatta di parole, di proclami sterili e vuoti, ma di comportamenti onesti, legali, responsabili, puliti, senza compromessi con le mille zone grigie che affollano la città. 
Solo quest’antimafia, coraggiosamente incarnata da Lucia Borsellino, rende testimonianza e onore al sacrificio del giudice Paolo e dei cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. 





6 commenti:

  1. Ma Crocetta ha dichiarato che non si dimette, com'è possibile?!?

    RispondiElimina
  2. Grazie, Maria, per aver ricordato l'orrore delle stragi di mafia. Quanto è accaduto tra i due personaggi dei quali parli, se fosse vero, è di una gravità inaudita, vergognosa. Purtroppo questa è l'Italia… sì, certo, non tutta, ma che tristezza vedere tali personaggi occupare posti di potere, là dove si possono decidere le sorti di tantissime persone.

    RispondiElimina
  3. Questa volta mi trovo d'accordo con la Guzzanti. Conosco poco nel dettaglio l'operato, ma ci sono manovre oramai per liberarsi di ogni piccola e banale scomodità. Dicevo mi trovo d'accordo sulla definizione che ha dato di mafia: fornitore di servizi. E sul fatto che oramai dobbiamo indagare...
    Le cose certe le hai appena ricordate, la memoria di un sacrificio che, come hai fatto notare, diventa collettivo e non risparmia nessuno. Anche se il "nessuno" non se ne rende conto...

    RispondiElimina
  4. e' scritto giusto : "Per non dimenticare"1

    RispondiElimina
  5. @bibliomatilda, Santa S., Costantino: grazie della vostra attenzione su ciò che accade oggi in Sicilia, doppiamente doloroso nel luttuoso anniversario della strage di via D'Amelio. Buona estate!

    RispondiElimina
  6. @Silvia Pareschi: Crocetta si dichiara fumosamente non colpevole ... Non a caso abbiamo avuto Pirandello che affermava "Siamo uno, nessuno e centomila ..."

    RispondiElimina