Aveva solo quindici mesi Giuseppe Casarrubea quando, appena due mesi dopo la strage di Portella della Ginestra del 1° maggio 1947, suo padre, Giuseppe come lui, fu ucciso a Partinico nella sede del PCI, la sera del 22 giugno 1947. L’omicidio del padre, forse opera di mafiosi legati a Salvatore Giuliano, ha segnato la sua vita, dedicata alla ricerca storica e, come Dirigente scolastico, all’impegno educativo. Come storico, Casarrubea si è occupato del movimento contadino e, in collaborazione con Nicola Tranfaglia, di storia siciliana del ‘900, soprattutto dell’intreccio tra mafia e servizi segreti. Come Preside – posso testimoniarlo da docente - non ha avuto bisogno di super poteri per spendersi contro la dispersione scolastica, a servizio degli alunni più bisognosi e del territorio. Al prof. Casarrubea, che ci ha lasciati il 7 giugno scorso, il nostro commosso saluto e il nostro costante impegno per una società dove trionfino verità e giustizia.
Ho conosciuto Giuseppe solo tramite il suo sito/blog.
RispondiEliminaEppure, devo dire che anche una conoscenza non personale, ma filtrata dal mezzo informatico, si è rivelata per me fonte di arricchimento sul piano morale ed intellettuale.
Per noi che rimaniamo, si pongono l'esigenza e l'obbligo di non scordare la sua testimonianza ed i suoi studi.
Non a caso citavi la strage di Portella, dalla quale è stato inviato (forse non solo dalla mafia...) un messaggio ai lavoratori ed agli antifascisti. Non solo a quelli siciliani.
Un messaggio di odio, di violenza, di ingiustizia e di invito a “stare al loro posto.”
Il professore non è stato però al posto che altri volevano assegnargli, anzi imporgli, ma da quello della verità e della giustizia sociale.
Un esempio, per tutti noi...
@riccardo: Giuseppe è stato mio amico, oltre che - per alcuni anni - il mio Preside. Era una bella persona, provata dalla vita. Mi fa piacere che tu abbia conosciuto Giuseppe, anche se solo virtualmente, e grazie dell'attestazione di stima condivisa.
RispondiElimina