Il 29/1 scorso a Carini, paese vicino Palermo, mentre è a casa di parenti, un bimbo di 4 anni, incuriosito da un fucile appeso alla parete, chiede allo zio di mostrarglielo. Convinto che sia scarico, l’uomo prende il fucile: ma dall’arma partono vari proiettili che feriscono gravemente il bambino. Certo, si è trattato di un incidente. Allo zio del bimbo però (come a ciascuno di noi) avrebbe fatto bene leggere l’interessante libretto di Davide Miccione Guida filosofica alla sopravvivenza, che ci mette in guardia dalla presunta neutralità degli oggetti: “Gli oggetti hanno un loro uso preferenziale, tendenziale, vogliono essere usati in un certo modo (…). E’ indubbio che una pistola in sé non uccida, eppure, se dessimo una pistola a ogni famiglia, siamo perfettamente consapevoli che gli omicidi aumenterebbero (…). Gli oggetti vanno ‘umanizzati’. Vanno temuti. Li si rispetta quando si dà loro un’identità, si coglie la loro direzione preferenziale.”
Maria D’Asaro: “Centonove” n. 9 del 3.3.2016
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