Care sorelle e fratelli, una sola sottolineatura vorrei condividere con voi, forse un po’ scandalosa, ma la voglio condividere partendo dall’affermazione di Paolo nella lettera ai Galati: l’uomo non è giustificato per le opere della Torah, ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo. Per Torah si intendono i primi cinque libri della Bibbia, dell’Antico o Primo testamento e tutti i commentari che erano stati scritti: secondo questi libri una prostituta non va neppure salutata, va tenuta lontana e guai a essere toccato da lei perché si sarebbe diventati impuri, anzi stra-impuri.
Ora la prostituta sta facendo a Gesù i gesti che faceva abitualmente con i suoi clienti: aveva il profumo, gli lavava i piedi, glieli baciava, gli metteva i suoi profumi … sta facendo gli stessi gesti nei confronti di Gesù.
C’è una piccola differenza: per la prima volta sta sentendo che questo corpo la sta amando per davvero. E’ la prima volta, nella sua vita. Sino ad adesso, il suo corpo è stato bistrattato, venduto, maltrattato. E lei stessa lo ha svenduto con questi gesti. Ora per la prima volta sta sentendo nella sua carne, con questi stessi gesti, di essere amata. E quindi di potere amare questo corpo di Gesù, come mai ha fatto nella sua vita. Non le è mai successo: amare ed essere amata.
E qui le sono crollati tutti i suoi peccati: non ha più peccato perché l’amore libera dalla moltitudine dei peccati. Sta sperimentando, nel contatto fisico del corpo di Gesù, una cosa che non aveva mai sperimentato, le si è risvegliata la nostalgia del sogno della sua vita, di poter incontrare una persona da cui essere rispettata, benvoluta, accolta, amata.
E, nella povertà di questi gesti che le erano troppo consueti per i clienti, proprio attraverso la povertà di questi gesti lei ha sperimentato la ricchezza di Dio nella carne, nel corpo di Gesù. Cosa che possiamo fare pure noi ogni volta che ci nutriamo dell’Eucarestia e tocchiamo il corpo del Signore e ce lo abbiamo dentro.
La Legge lo proibiva tutto questo: ma Lei ha creduto, come dice Gesù. Ha creduto: La tua fede ti ha salvata. L’ha creduto che quello che Gesù annunzia ed è Amore incarnato di Dio è anche amore che salva da tutto, che sgombra il terreno dalla sporcizia, che sa restituire all’uomo la sua origine, la sua origine vera che è stata seppellita, era stata seppellita da queste esperienze di negazione, di spregio a cui per una vita la prostituta era stata abituata e ora finalmente il contatto col corpo del Signore le ha fatto vibrare, percepire, svegliare … L’unica cosa che aveva sempre desiderato, come ogni persona: essere amata e tentare di rispondere a quest’Amore. Disponeva di quei gesti; finalmente questi gesti sono stati trasfigurati.
Ma tutto questo è un appello al linguaggio del nostro corpo. Impariamo questa possibilità che è iscritta nella nostra carne: che il contatto autentico del corpo che ama e che si lascia amare è esperienza di Dio. E di salvezza dei nostri peccati. Nelle mille forme in cui questo può avvenire. E quella più alta è certamente quella coniugale e sacramentale, Dio nella carne cioè. Ma le mille altre forme scopriamole così come il Vangelo ce le annunzia.
(Omelia di don Cosimo Scordato, pronunciata domenica 12 giugno 2016 a Palermo nella chiesa di s.Francesco Saverio. Eventuali errori o omissioni sono della scrivente, Maria D’Asaro, che si assume pertanto la responsabilità delle imprecisioni e manchevolezze della trascrizione)
Lassù non potevano scegliere un messaggero migliore... Bellissimo, in particolare, questo insegnamento. Le parole di don Cosimo dovrebbero entrare in tutte le case, fortuna che c'è radio Maria (D'Asaro, beninteso) che ce le trasmette. Grazie, un abbraccio.
RispondiElimina@DOC: grazie, anche a nome di Cosimo, del tuo apprezzamento particolarmente sentito e affettuoso. Un abbraccio.
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