martedì 4 giugno 2019

Un colpo d'ala per l'umanità

Marc Chagall: Il concerto (1957)
         Oggi non celebriamo Gesù asceso in cielo, mentre noi stiamo a guardare, ma l’ascensione di Gesù, che è questa potenza che dall’alto ci viene comunicata perché questo nostro mondo possa ascendere, svilupparsi, realizzarsi in maniera sempre più alta.
         E noi crediamo che Gesù, risorto e asceso al cielo e che ci dona lo Spirito, è questa forza che ci mette tutti in cammino, che ci risolleva dalle nostre debolezze, che ci fa sognare instancabilmente che è possibile un mondo più bello, più vero, più giusto.
        Ed è a questo dinamismo che noi vogliamo attingere con la celebrazione. E lo sentiamo, a un certo momento  qualcosa che ci viene dentro, forse magari non dura a lungo, perché poi ci stanchiamo di nuovo, poi ricadiamo su noi stessi, poi magari ci passa la voglia, a seconda di quello che succede o a seconda di ciò in cui ci imbattiamo, ci scoraggiamo, sbagliamo … Ed è umanissimo che ciò avvenga.
        Ma l’ascensione è questo atto infinito di Dio che egli celebra con noi, attraverso un’attrazione che ci viene verso l’alto che è già impressa sin dall’inizio della creazione del mondo e che ha avuto fatica a farsi strada nei percorsi complicati dell’evoluzionismo che poi ha portato all’emergenza della coscienza umana, dalla vita degli animali e con la vita degli animali che ci portiamo dentro, perché facciamo un tutt’uno con questo mondo.
        E quest’ascensione, che si cerca di rappresentare anche architettonicamente, in mille modi, con la danza, con la corsa, con mille espressioni, alzando le mani … tutto questo ci dice, ci annunzia che questa nostra vita è vissuta da Dio con noi. E Dio la vuole rendere sempre più simile a quella sua; una vita piena, di grazia, di libertà, di gioia, di festa. (…) 
       E quindi la festa dell’Ascensione riguarda tutti noi, con Gesù. Tutti noi che crediamo e siamo fermamente convinti che la vita vale la pena di essere vissuta nella misura in cui la facciamo ascendere, nella misura in cui diamo un colpo d’ala per imprimere leggerezza all’esistenza di ogni persona. Un colpo d’ala … e gli uccelli ci insegnano che significa. 
       Anche il volare con gli strumenti della tecnica ci fa scoprire la bellezza di questa ricerca instancabile, dell’ascendere verso chi? Verso Dio. Con la qualità sempre ottimizzata della vita di ogni persona, non solo di un gruppo a spese di altri gruppi, a costo di altri gruppi. Questa è invece discesa infernale.
        E quindi, care sorelle e fratelli, dobbiamo continuamente riscoprire questi misteri – in questo caso un mistero glorioso –  (…) che andiamo scoprendo come scatenante di vita bella, dignitosa.
E lasciamo allora che il Signore ci attragga, ci attiri verso di sé. I movimenti processionali che facciamo in chiesa, dal lasciare la casa e venire verso la chiesa – prima processione, che si può fare da soli o in coppia o insieme ai familiari – l’altro movimento, alla processione offertoriale – dove tentiamo di offrire qualcosa del nostro lavoro, della nostra fatica, del nostro impegno – all’ultima processione della comunione, che ci porta all’incontro col Signore, prefigurazione dell’incontro definitivo con lui, tutti questi movimenti liturgici hanno una densità di vita che noi dobbiamo liberare per poi portarcela con noi. 
        Ultima processione, questa volta, quando diciamo: “La messa, cioè è il momento della missione,  andiamo in pace”: portiamo questa pace. Ultima processione che si coestende con la nostra vita di ogni giorno. Portiamo qualcosa di ciò che abbiamo accolto dalla celebrazione, che ha a che fare con tutti. Un beneficio che deve ridondare verso gli altri, che non va trattenuto o imprigionato dentro di noi.

 (sintesi del testo pronunciato da don Cosimo Scordato il 2 giugno 2019 a Palermo nella chiesa di san Francesco Saverio, non rivisto dall’autore: eventuali errori o omissioni sono della scrivente, Maria D’Asaro, che si assume pertanto la responsabilità delle imprecisioni e manchevolezze della trascrizione)

2 commenti:

  1. "...un’attrazione che ci viene verso l’alto che è già impressa sin dall’inizio della creazione del mondo...". Molto bello. Un abbraccio.

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    1. @Rossana: grazie dell'apprezzamento. Mi sono permessa di citare parte del tuo scritto sulla questione della sospensione della prof.ssa Dell'Aria nell'articolo pubblicato oggi nel giornale con cui collaboro. Buona domenica.

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