domenica 2 giugno 2019

2 giugno 1946, la Storia siamo noi

               Chissà se splendeva il sole in Italia settantatré anni fa, quella domenica mattina del 2 giugno 1946 … Sicuramente il clima politico era rovente: infatti gli italiani, quella domenica e il lunedì successivo, venivano chiamati a una scelta decisiva per il paese, uscito solo da un anno dalla seconda guerra mondiale, che nelle regioni del centro nord aveva avuto anche l’epilogo di una dolorosa guerra civile. Ora i cittadini, con un referendum, avrebbero votato per decidere  la forma di stato da dare all'Italia: monarchia o repubblica?
       Per la prima volta anche le donne poterono esercitare il diritto di voto: risultarono votanti circa 13 milioni di donne e 12 milioni di uomini, pari complessivamente all'89,08% degli aventi diritto. I risultati del referendum istituzionale furono proclamati dalla Corte di Cassazione il 10 giugno 1946: la forma repubblicana dello stato fu scelta da 12.717.923 cittadini, il 54,27% dei votanti, mentre 10.719.284 cittadini, il 45,73%, si erano espressi a favore della monarchia.
         La notte fra il 12 e 13 giugno, il presidente  del Consiglio dei Ministri Alcide De Gasperi assunse le funzioni di capo provvisorio dello Stato. L'ex re Umberto II lasciò volontariamente il paese il 13 giugno 1946, diretto a Cascais, nel sud del Portogallo.
      Il 2 giugno 1946, oltre a scegliere tra monarchia e repubblica, i cittadini italiani votarono anche i componenti dell'Assemblea Costituente che doveva redigere la nuova carta costituzionale. Alla sua prima seduta, il 28 giugno 1946, l'Assemblea Costituente elesse capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola.
         A Palermo e provincia la percentuale dei votanti fu più bassa (circa l’85%) con una schiacciante maggioranza di voti monarchici: il 73%. E qui una nota personale: i genitori di chi scrive, che nel 1946 non si conoscevano neppure, votarono in modo diverso: mamma per la monarchia (forse su consiglio del parroco), papà invece votò con convinzione repubblica. Entrambi hanno raccontato dell’emozione provata al momento del voto, consapevoli di costruire quella domenica, assieme agli altri italiani, un importante pezzo di Storia. 
       Perché, come canta De Gregori, dovremmo crederci sempre che  “La Storia siamo noi”. Ed esercitare con impegno, passione e onestà i nostri diritti e doveri di cittadinanza.

Maria D’Asaro, 2.6.2019, il Punto Quotidiano


4 commenti:

  1. È vero la Storia siamo noi ma a volte chi ci comanda vuole farcelo dimenticare.

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  2. Grazie di questa testimonianza! Peccato che i miei nonni non ci sono più, non saprò mai cosa hanno votato.

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