venerdì 10 gennaio 2020

Se il Dirigente dice “La Scuola sono io” ...#dove va la Scuola italiana#

             Nel lontano 2012, recensendo il testo Presidi da bocciare, scrivevo: “Si può ragionare su un ruolo così delicato e nevralgico come quello del Dirigente scolastico senza scadere nelle generalizzazioni e nella faziosità? Non è cosa facile. Tant’è che, quando Augusto Cavadi mi mise al corrente della sua idea di mettere nero su bianco alcune riflessioni sui presidi, gli consigliai di lasciar perdere. Nella scuola italiana già in alto mare per i pesanti tagli materiali e di risorse umane, per le confuse prospettive pedagogiche di lungo periodo, per l’incerta transizione didattica tra la lavagna di ardesia e quella interattiva, a mio avviso, l’ultima cosa di cui c’è bisogno è una sterile guerra di posizione “intra moenia”, all’interno della scuola stessa, tra dirigenti e docenti (…).”
          E confesso poi che la prudenza sul tema era anche legata alla mia personale esperienza positiva, avendo lavorato per decenni con Dirigenti scolastici della statura del prof. Giuseppe Casarrubea (ne ho scritto qui), della prof.ssa Maria Di Naro (qui il suo saluto alla scuola), con la guida affettuosa della Preside Antonella Mancia e, qualche decennio prima, della preside Pia Blandano. E avendo conosciuto, come coordinatore dell’Osservatorio "Maredolce" un Dirigente competente e appassionato come il prof. Vito Pecoraro.

Da qualche anno, il combinato disposto del Decreto Leg.150 del 27.10.09 – che in attuazione dell’art. 7 della L. delega del 15/02/2009, rel. alla materia disciplinare, consegna nelle mani dei Dirigenti maggiori poteri, per quanto riguarda sanzioni e licenziamenti del personale – e della Legge 107 del 2015,  ha modificato il ruolo e le attribuzioni dei Dirigenti Scolastici. 

Infatti con il D.L. 150/2009 “Si modifica la materia contrattuale relativa alle sanzioni disciplinari e responsabilità dei dipendenti pubblici. L’obiettivo è stato di:
semplificazione dei procedimenti;
estensione dei poteri del dirigente della struttura in cui il dipendente lavora;
riduzione dei termini temporali del procedimento;
riforma del rapporto fra procedimento disciplinare e procedimento penale;
definizione ed elencazione di una serie di infrazioni particolarmente gravi assoggettate alla sanzione del licenziamento (elenco eventualmente ampliabile, ma non riducibile dalla contrattazione collettiva);
previsione di nuove e specifiche ipotesi di responsabilità per condotte del dipendente pubblico che arrecano danno alla P.A.
I Dirigenti hanno più poteri in particolare per quanto riguarda il personale Ata per i casi di false attestazioni di presenze al lavoro o falsi certificati medici. Potranno infliggere multe che fino ad ora erano di competenza degli uffici regionali. Potranno usare anche la sospensiva dal servizio e la decurtazione di ore lavorative dagli stipendi.
Vengono introdotte sanzioni anche di carattere penale sia nei confronti del dipendente che del medico, nel caso di falsi certificati medici. (…)                                               (da qui)

E, dopo l’approvazione delle Legge 107/2015:

Alla luce della nostra analisi, possiamo affermare che funzioni e compiti degli organi collegiali non hanno subito cambiamenti tali da rafforzarne il ruolo, al contrario il Consiglio d’Istituto ha subito una riduzione del suo potere di indirizzo a tutto vantaggio del DS.
Il Comitato per la valutazione dei docenti si è visto attribuire il compito di definire i criteri per la valutazione del merito dei docenti (la cui valutazione spetta al DS) ed è stato modificato nella sua composizione.
Nessuna sostanziale modificato ha riguardato le competenze proprie del Collegio dei docenti.
La figura del DS, invece, ha visto ampliate le proprie competenze con l’attribuzione di nuovi compiti e funzioni quali: definizione gli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione; attribuzione incarichi triennali ai docenti di ruolo dell’ambito territoriale di rifornimento; valutazione dei docenti in periodo di formazione e prova; attribuzione del bonus ai docenti meritevoli, sulla base dei criteri individuati dal comitato di valutazione." (da qui)

Tali riforme hanno migliorato la qualità complessiva della Scuola italiana? Non ci sono ancora indicatori oggettivi per affermarlo o negarlo.
Quello che purtroppo è certo che l’aumento delle loro prerogative e poteri decisionali, in quei Dirigenti carenti di competenze relazionali e sprovvisti di un buon equilibrio psicologico,  ha causato deliri di onnipotenza e abusi di potere. Col risultato di gettare nel caos intere istituzioni scolastiche. 

Ecco cosa leggiamo a proposito qui:
"Non posso fare a meno di segnalare, a costo di essere considerato eretico, una realtà che è sotto gli occhi di tutti i commentatori onesti di informazione scolastica…Il nostro sistema scolastico vede i docenti vittime degli umori, non sempre stabili e coerenti, dei dirigenti scolastici…Troviamo docenti zerbini che si annullano completamente per obbedire al capo, collegi totalmente sottomessi alle decisioni dirigenziali, RSU che firmano l’opposto di quanto proposto dalle piattaforme dei sindacati di riferimento, troviamo addirittura docenti che si iscrivono all’Associazione professionale del proprio dirigente scolastico, docenti disposti a fare tutto per entrare nelle grazie del capo…  I pochi con la schiena dritta vengono a trovarsi isolati e, in alcuni casi, discriminati…Abbiamo creato un sistema scolastico Dirigento-centrico, in cui i docenti fanno la figura dei servi sciocchi, pronti a baciare la pantofola del “RE”…Questo fenomeno sociale e antropologico si traduce in un rinnovo del contratto dei capi di Istituto di 800 euro lorde, mentre i docenti restano ancora una volta in vacanza contrattuale con stipendi miseri e vergognosi…la categoria docente si trova anche sotto il ricatto di una legislazione delle sanzioni disciplinari sbilanciata tutta dalla parte del sanzionatore…La legge Madia, anche se non ancora applicabile al personale docente, è indicativa del fatto che il capo non solo comanda, ma sanziona anche il suo sottoposto…
       Per me questa non è autonomia scolastica, ma una barbarie di totale inciviltà, dove si toccano i principi costituzionali della libertà di insegnamento e la democrazia collegiale.Uno Stato che non rispetta i suoi docenti,  per logiche neo-liberiste, è uno Stato destinato all’autodistruzione.  Sono 20 anni che l’autonomia scolastica ha messo in totale sottomissione la democrazia collegiale e il risultato del nostro sistema scolastico è evidentemente peggiorato notevolmente…ci vuole molto a capire che stiamo andando nel verso sbagliato?”

In alcune scuole purtroppo, qualche Dirigente, forte delle sue nuove prerogative, ha giocato in modo pesante con l’antica strategia del “divide et impera” evidenziando un’assoluta mancanza di rispetto per tutte le componenti della comunità scolastica. In questi casi, solo il ricorso ai Sindacati o addirittura in qualche caso alla Magistratura ha finalmente ridato respiro ai diritti di alunni, genitori e Docenti. Ma se per dirimere contenziosi tra componenti della Comunità scolastica è necessario rivolgersi alla Magistratura, è la Scuola nella sua interezza a essere perdente.
E’allora inutile promuovere Open Day, sciorinare dati brillanti per il Bilancio Sociale, vantare traguardi raggiunti col RAV … La Scuola ha bisogna di sostanza, prima che di forme e di cifre. E la sostanza, nella Scuola, è un serio e valido orizzonte formativo e pedagogico condiviso e un buon clima relazionale tra tutti gli attori istituzionali.

Si auspica che le procedure concorsuali promuovano al delicato ruolo Dirigenziale persone capaci di gestire un’amministrazione complessa, di tessere relazioni efficaci e soprattutto di volare alto.

E di affermare non “La Scuola è mia, la Scuola sono io”, ma “La Scuola siamo noi”. 

Maria D'Asaro


(Oggi un ricordo speciale per il prof. Pippo Papa, che ci la lasciati prematuramente, e un abbraccio immenso alla sua amata Mirella)


1 commento:

  1. "L'uomo il cui nome è pronunciato resta in vita" (proverbio arabo in Rodari, C'era due volte il barone Lamberto). Nessuna consolazione, purtroppo. E sono troppi i nomi da pronunciare

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