Bansky: Show me the Monet |
"Ora noi stiamo diventando quello che non abbiamo mai desiderato diventare, e cioè dei vecchi. La vecchiaia non l’abbiamo mai né desiderata, né aspettata; e quando abbiamo cercato di immaginarla, era sempre in modo superficiale, grossolano e distratto. (…) Lo strano è che anche adesso che stiamo invecchiando noi stessi, non sentiamo alcun interesse per la vecchiaia. (…) Il nostro sguardo sarà ancora puntato sulla giovinezza e l’infanzia.
La vecchiaia vorrà dire, essenzialmente, in noi la fine dello stupore. Perderemo la facoltà sia di stupirci, sia di stupire gli altri. Noi non ci meraviglieremo più di niente, avendo passato la nostra vita a meravigliarci di tutto. (…)
Ci potrà succedere di diventare o rottami abbandonati nell’erba, o rovine gloriose e visitate con devozione; saremo forse anzi qualche volta una cosa e qualche volta l’altra… (…) E del resto fra l’essere una cosa o l’altra non c’è nessuna differenza apprezzabile: perché nell’un caso e nell’altro il caldo fiume dei giorni scorre su altre sponde. (…)
Il mondo che ruota e si trasforma intorno a noi conserva solo qualche pallida traccia del mondo che è stato il nostro. Noi lo amavamo non perché lo trovassimo bello o giusto, ma perché vi spendevamo le nostre forze, la nostra vita e il nostro stupore. (…)
Il mondo che abbiamo davanti e che ci appare inabitabile, sarà tuttavia abitato e forse amato da alcune delle creature che amiamo. Il fatto che questo mondo sia destinato ai nostri figli, e ai figli dei nostri figli, non ci aiuta a capirlo di più, ma anzi aumenta la nostra confusione. Perché il modo come i nostri figli riescono ad abitarlo e a decifrarlo ci è oscuro; e loro d’altra parte sono abituati sin dall’infanzia a dirci apertamente che non abbiamo mai capito nulla. Perciò il nostro atteggiamento di fronte ai nostri figli è umile e a volte anche vile.
Ci sentiamo davanti a loro come bambini in presenza di adulti, essendo in verità assorti nel nostro lentissimo processo di invecchiamento. Ogni gesto che i nostri figli compiono ci sembra il frutto di una grande sagacia e pertinenza, ci sembra quello che anche noi avevamo sempre voluto fare e che chissà perché non abbiamo mai fatto. (...)
Così misuriamo le immense distanze che ci separano dal presente, vediamo come avremmo sciolto ogni stretta con il presente se non fossimo ancora avviluppati nelle trame imbrogliate e dolorose dell'amore. E una cosa ancora ci stupisce, noi che siamo ormai sempre più raramente colpiti da meraviglia: guardare come i nostri figli riescano ad abitare e a decifrare il presente, e noi eccoci qua sempre assorti a sillabare ancora le parole limpide e chiare che incantavano la nostra giovinezza."
Natalia Ginzburg Mai devi domandarmi: La vecchiaia, Einaudi, Torino
Un difficile passo della vita, in cui le sensazioni si modificano, e la fragilità è sempre dietro l'angolo...
RispondiEliminaUn caro saluto,silvia
@Silvia: proprio così... ricambio saluti cordiali.
EliminaLa vecchiaia rende palpabile il pensiero della morte e azzera le prospettive.
RispondiEliminaE' una punizione terribile.
@Gus: cosa può addolcire la vecchiaia? Gli affetti, la creatività...
EliminaIo s0no entrata in questa fase della vita!
RispondiElimina@Olga: è importante comunque lo stato di salute, la voglia di vivere, gli affetti e coltivare le proprie passioni... Un caro saluto.
EliminaCapisco bene, vedo cosa sta passando mio padre adesso .
RispondiEliminaMaria carissima, scusa il fuoritema (ma io in realtà nel tema ci sono tutti i giorni, nel prendermi amorevolmente cura del mio quasi novantenne padre) ma ieri ho risposto su messenger alla tua gentilissima richiesta di un consiglio e di un link, ma ora vedo che la simpatica tecnologia ha fatto cilecca, e allora ti ripeto le stesse parole qui sotto:
RispondiElimina... penso che quelli per te più indicati siano i miei vari libri di racconti, in cui si riverberano le mie origini di umorista: non solo non sono tristi, ma sono quasi tutti piuttosto divertenti. Provo a metterti il link Amazon di quello più recente, "L'impozzibile dottor Pezz" (ma altrettanto consigliabili sono "Pazzoteca La Paz", forse il più semidemenziale, e "Il bambino che sbagliava le parolacce", in cui figurano però racconti di tutti i generi, compreso qualcuno un po' triste).
https://www.amazon.it/dp/1673530184
Un abbraccio e un bacio, e fammi sapere!
@Nicola: ricevuto! Un abbraccio.
EliminaCome diceva Pennac: invecchiare è l'unico modo che ho trovato per non morire giovane.
RispondiEliminam8ca sciocco
@Alberto: aveva proprio ragione Pennac! Grazie della visita e del commento. Un saluto cordiale.
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