venerdì 24 giugno 2022

Francesco, la fraternità che (ci) serve...

      "Il Signore mi condusse”, ritratto psicologico e spirituale di Francesco d’Assisi ‘figlio e fratello’, scritto da Giovanni Salonia - frate cappuccino, psicologo e psicoterapeuta, nonché uno dei massimi esponenti contemporanei della Psicologia della Gestalt - è stato presentato a Palermo il 20 giugno scorso, presso la Libreria delle suore Paoline.
     La presentazione, intensa, coinvolgente e partecipata - coordinata dalla giornalista e suora paolina Fernanda Di Monte - ha visto gli interventi del prof. Eugenio Borgna e di p. Francesco Neri (in collegamento video), e in presenza della professoressa Ina Siviglia, di don Carmelo Torcivia, di don Simone Bruno e di don Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo.
    Il professore Borgna ha analizzato la feconda interconnessione di quattro piste di lettura che attraversano la figura di Francesco: la storica, la teologica, quella psicologico-sociale e quella psicoterapeutica. Ha poi sottolineato come la fraternità, di cui Francesco è stato assertore convinto, nel testo venga collocata tra le dimensioni più umane e profonde e rappresenti “la rivoluzione storica, psicologica, ermeneutica che ricostruisce e rinnova le esperienze di vita e diviene lievito di ogni esperienza comunitaria”.  Ha poi concluso evidenziando la bellezza unitaria del testo, che si può gustare quasi come un romanzo e dalla cui lettura si esce ritemprati e rinnovati.
      La professoressa Ina Siviglia ha evidenziato come il testo - frutto della sinergia feconda di studio, preghiera e profonda esperienza umana del suo autore - sia attraversato da uno sguardo antropologico che non si può definire né unicamente cristiano né solamente laico. 
   E' l’orizzonte di una antropologia universale umana che ciascuno può far risuonare a seconda delle proprie scelte, in quanto comprende e lascia spazio a tutte le esperienze umane arricchenti.
    La relatrice ha poi sottolineato la differenza tra la 'communitas', in cui si mettono insieme i doni per metterli a servizio, in un contesto comunque di obbedienza, e la 'fraternitas', che assegna ai frati una formazione e una posizione diversa, costituendoli uomini con una parità sostanziale, con la propria soggettività e libertà di coscienza. 
    E – ha ribadito la professoressa Siviglia – a 50 anni dal Concilio Vaticano II c’è l’urgenza assoluta di uno sviluppo tematico della fraternità: in una società afflitta dalla pandemia e ora dalla guerra, la costruzione di un’antropologia solidale è indispensabile, per dei cristiani che non possono più stare seduti sulla soglia, sui gradini di una Chiesa disimpegnata. Ben venga quindi il contributo così importante del professore Salonia, capace di far sentire anche nel XXI secolo Francesco vivo e attuale: Francesco che abbraccia il lebbroso e sceglie la povertà per essere libero da paure e condizionamenti.
    Allora, ha concluso la docente, il testo – che unisce analisi della struttura psicologica e cammino spirituale – è davvero una lettura per tutti e indica ai lettori la necessità di mettere assieme le scienze umane, le neuroscienze, la teologia e la spiritualità per essere capaci di indicare il cammino di un’umanità rinnovata e fraterna.
    Intervendo da remoto, p.Francesco Neri (consigliere generale OFM cappuccini) ha proposto una lettura del testo secondo tre binomi: Radice/Frutto (il frutto di Francesco, frutto di fraternità e misericordia, nasce e matura dall’essere attaccato alla  radice Gesù); Nome/Benedizione (Il nome ci distingue nella nostra unicità: Francesco chiamava per nome i frati, come segno e incoraggiamento benedicente perché ciascuno fosse capace di sviluppare la propria unicità); Poesia/Cortesia (Francesco, che fu anche paladino dell’ecumenismo, aveva un approccio poetico alla realtà. In questi tempi di nuova barbarie, è necessario recuperare uno sguardo da poeta, per un posizionamento diverso rispetto al dominio, al potere, alla rozzezza del mondo).
    Il professore p.Carmelo Torcivia ha poi sottolineato l’approccio transdisciplinare dell’autore che, competente in varie discipline, ha interconnesso e fuso i vari livelli. Con un filo rosso che tutto collega: la rinuncia di Francesco all’eredità paterna e l’inaugurazione, di un codice fraterno e materno, evangelicamente libero da logiche di appartenenza, che apre quasi una sorta di filone antiistituzionale nella Chiesa ...
In conclusione, don Simone Bruno, direttore editoriale delle Edizioni san Paolo, ha esplicitato come la nostra struttura di personalità si costruisca nella relazione, citando letteralmente le parole dell'autore a p.45 del testo: “Il sapere che salva è il saper vivere in relazione: questa è vera sapienza”.
     Richiamando poi la studiosa americana Judith Butler e il professore Massimo Ammaniti, ha sottolineato come gli schemi io/tu diano significato alla nostra identità e sostanzino la vita quotidiana. E’ centrale quindi definirsi nella fraternità io/tu: “L'imprinting di Francesco è quello di vivere da fratelli, facendo emergere la fraternità come principio di base della convivenza umana”.
      Dopo il saluto e l’apprezzamento assai cordiale di don Corrado Lorefice e prima della lettura finale, donata dal professore Antonio Sichera, di una poesia di Galway Kinnel, il professore Giovanni Salonia ha infine sottolineato come l’obbedienza tra i frati non si basi mai su un’impostazione verticistica, perché “l’obbedienza è perfetta quando si rimane nell’amore … iscritta nel codice della fraternità sempre paterno/fraterno. 
Agli umani, dunque, non resta che amarsi …l’ermeneutica di Francesco   è quella di colui che è in grado di vedere la bellezza dell’altro anche quando ancora non c’è”.


Maria D'Asaro

1 commento:

  1. GRAZIE CARA MARIA. UNA PRESENTAZIONE PRECISA E ATTENTA. DAVVERO GRAZIE E DI CUORE. UN AFFETTUOSO SALUTO SR FERNANDA DI MONTE DELLE PAOLINE

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