Palermo – Che l’estate e il gran caldo non vadano d’accordo con la qualità del sonno, è una realtà generalmente sperimentata. Ad affermarlo scientificamente è ora uno studio dell'Università di Copenaghen, in collaborazione con il Dipartimento di Matematica dell'Università Tecnica della Danimarca e del Max Planck Institute for Human Development di Berlino.
Tale ricerca, pubblicata il 20 maggio scorso su One Earth, ha preso in esame i dati raccolti analizzando il sonno di circa 50.000 adulti residenti in 68 nazioni di tutti i continenti, attraverso smartwatch e bracciali intelligenti che hanno monitorato circa 7.000.000 di dormite notturne.
I ricercatori hanno collegato la qualità del sonno con la temperatura esterna e hanno verificato che, col suo accrescersi, si tarda ad addormentarsi e ci si risveglia prima. L'aumento di temperatura, infatti, rende più difficile l'addormentamento, fa slittare l'orario in cui andiamo a letto e ci fa riposare male. In particolare, se la colonnina di mercurio arriva a 30°, in una sola notte si arrivano a perdere mediamente circa 14 minuti di riposo.
Può sembrare un’inezia, ma se non si farà nulla per abbassare le emissioni di CO2 e gas serra e contenere il riscaldamento climatico, i ricercatori hanno calcolato che il gran caldo farà perdere circa 60 ore di sonno pro capite da qui alla fine del secolo, con conseguenze negative per tutti.
La ricerca ha anche evidenziato la distribuzione del disagio nel dormire nei vari paesi e nelle diverse fasce di popolazione, distinte per genere ed età: la perdita di sonno per il caldo è del 25% maggiore per le donne, del 50% più elevata per chi ha più di 65 anni e tre volte più alta nei Paesi più poveri.
Oltre al caldo, ci sono dei motivi indiretti ad esso collegati per cui in estate si dorme peggio: si va a dormire più tardi anche perché si tende a uscire di più nelle ore notturne e a fare più vita sociale; talvolta di sera si mangia e si beve di più; a casa si sta spesso con le finestre aperte, il che comporta la maggiore percezione di rumori; infine, la maggiore esposizione alla luce inibisce la produzione di melatonina, l’ormone che ci aiuta a dormire meglio.”
Prof. Luigi Ferini Strambi |
Come è noto, purtroppo l’insufficiente quantità di sonno incide negativamente sulla salute. Ce lo ricorda il professor Luigi Ferini Strambi, primario del Centro di Medicina del Sonno dell’Ospedale San Raffaele di Milano: “Dormire poco e male incide sulla quantità di cortisolo, l’ormone dello stress. Un valore alto di quest’ormone provoca, tra l’altro, un innalzamento della pressione sanguigna.
Inoltre, la qualità del sonno è correlata alle prestazioni cognitive. La memoria, infatti, se si dorme poco, rischia di essere compromessa; c'è poi una maggiore difficoltà di concentrazione e di attenzione. Al contrario, una buona dormita, resetta il nostro cervello che, al risveglio, è più idoneo a selezionare e a decidere."
La mancanza di sonno, inoltre, accelera i processi neuro-degenerativi: "Durante le ore di riposo il sistema linfatico lavora per ripulire il cervello dalla beta amiloide, una proteina ritenuta responsabile di malattie come l'Alzheimer e dannosa per l'organismo", afferma ancora il professore Ferini Strambi.
Che sottolinea ancora: “Ci sono, inoltre, le conseguenze sull'umore e sull’efficacia del sistema immunitario È stato ormai dimostrato da diversi studi che l'insonnia è un fattore di rischio importante per ansia e depressione e che dormire poco influenza la produzione di citochine, che possono alterare le nostre difese immunitarie".
Dal professore, infine, un’esortazione per tutti, specialmente per i ragazzi: "Una notte brava, in cui si fa l'alba, in cui si dormono solo poche ore, non incide negativamente sull'organismo. Ma attenzione a non esagerare. Accumulare ore di sonno perso può essere molto più negativo di quanto non possiamo immaginare".
Maria D'Asaro, il Punto Quotidiano, 26.6.22
Si dorme molto poco con questo caldo.
RispondiEliminaBuona domenica.
@Cavaliere: proprio così...
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