"Ci sono dei miti duri a morire. Quello della pace come bontà, come armonia, come volersi bene è uno dei più duri in assoluto. È un mito deleterio, spiega Daniele Novara, perché sostanzialmente autodistruttivo e perché contiene al suo interno un’impossibilità operativa che lo rende inutile sul piano pratico.
Eppure negli ultimi quarant’anni tra i movimenti per la pace è emerso un assunto più ambizioso, capace di scavare alla radice della questione violenza e dunque anche della guerra: l’idea che la pace sia prima di tutto conflitto, vale a dire ciò che permette di mantenere la relazione anche nella divergenza, un conflitto non distruttivo che ha bisogno di un addestramento continuo..."(continua qui, grazie a Slec; in origine qui)
mi ricorda l'operare di Qualcuno che decise di salire a Gerusalemme, analisi molto interessante.
RispondiElimina@Alessandro: grazie dell'apprezzamento. Un saluto assai cordiale
RispondiEliminaIndubbiamente se si vuole la pace, c'è bisogno di un "addestramento continuo" ...non so se le strategie possano essere valide per un'educazione alla pace, fatto sta che nel mondo si continua con le guerre...
RispondiEliminaL'anonimo del commento prescedente: https://maestra74.blogspot.com/
RispondiEliminaÈ vero, passa sempre questo messaggio errato che la pace sia qualcosa per i deboli che i duri la pace al massimo la impongono non la fanno ed invece ci vuole più coraggio, nonchè tenacia, voglia e determinazione per fare e saper mantenere la pace.
RispondiElimina@Anonimo: ciao! Grazie della visita e del commento. Se ho capito bene, sei una docente. Benvenuta, Rosa!
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