Il Cantico delle Creature è il canto della fraternità, della bellezza e del benessere che il vivere tra e con i frati fratelli porta in sé in quanto diviene condivisione di un’autentica e mistica unità relazionale gestaltica con lo scopo di essere anche una forma di terapia liberatoria dal male e dal dolore del mondo.
A questo riguardo Francesco, a proposito della debolezza e della vulnerabilità delle creature, è un autentico testimone dell’empatia che appartiene al monoteismo biblico e alla teologia della tradizione cristiana, confermando che non può sussistere altro discorso su Dio che non sia un monoteismo debole e che, proprio per questo è essenzialmente una teologia sensibile al dolore. Inoltre questa teologia (…) costituisce anche il nucleo essenziale di universalità perché si fonda sull’immedesimazione del dolore proprio e degli altri, fino al dolore del nemico.
Da questo discorso, che è essenzialmente teologico, scaturisce l’obbligatorietà geopolitica che venga scritta una carta etica mondiale che riconosca una ontologia della responsabilità universale verso tutte le forme di dolore innocente.
In questo tempo, gravato dalla sofferenza del vivere a causa del moltiplicarsi di temi e problemi complessi e, spesso, altamente inquietanti a livello mondiale, si parla dell’urgenza di sostenere un’etica della cura, un’etica del benessere globale della persona. Francesco d’Assisi va oltre e, nel Cantico delle Creature, ci aiuta a conoscere e a riconoscere di quale cura e di quale benessere ha bisogno la nostra umanità. Il canto di Francesco d’Assisi ci parla dell’opportunità di passare da un’etica del benessere a una estetica del bell’essere.
(postfazione del prof. Erminio Gius del testo: Il Signore mi condusse, di Giovanni Salonia,
Cinisello Balsamo, MI, Ed.San Paolo, 2022, pagg.168,169)
«Sono forse io il custode di mio fratello?» aveva chiesto polemicamente Caino. “Sì, sei tu il custode di tuo fratello; solo custodendo tuo fratello custodirai te stesso e il mondo nel quale vivi tu e nel quale vivranno i tuoi figli”, possiamo immaginare sia stata la risposta di Dio. Francesco ci ha detto come realizzarla.
L’inconsistenza del vivere assieme ha generato la frammentarietà liquida: il canto di Francesco e dei suoi frati può offrire una strada per l’oggi e per il prossimo futuro della condizione umana”.
(pagina conclusiva del prof. Salonia, testo citato, pag.153)
Qui la recensione del testo.
Un cantico attualissimo.
RispondiElimina@Cavaliere: proprio così...
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