Picasso: donna che legge (1935) |
Ogni tanto, nostra signora entra in una prigione della città. No, non ha commesso reati: ci va da volontaria dell’AS.VO.PE.
Insieme ad altre splendide veterane (Caterina, Grazia, Marica,Vanna) si occupa delle piccole biblioteche esistenti nella struttura, arricchendole anche con nuovi testi.
Oggi nostra signora è andata nel reparto femminile: la signora detenuta, responsabile interna della biblioteca, le ha riferito, con gli occhi che le brillavano, che le compagne - tutte, proprio tutte! - avevano letto il testo di un’autrice francese ricevuto in estate. La signora era poi contenta per i libri appena donati.
Al di là della necessità della pena detentiva, da fuori non si riesce neppure a intuire quanto lo scorrere del tempo in carcere sia pesante, immobile e vuoto.
Poiché una delle pochissime attività permesse è leggere, se si ha in mano un testo intrigante, il detenuto/a può almeno viaggiare con l’immaginazione e... concedersi una sana evasione.
Maria D'Asaro
@Valeria: grazie di cuore del tuo suggerimento. La cosa difficile però non è reperire libri, ma gestire poi le biblioteche all'interno delle carceri... Buona domenica!
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