domenica 24 agosto 2025

Isole Egadi: uno scrigno di natura e bellezza

        Palermo – A differenza delle isole Eolie non sono riconosciute dall’Unesco patrimonio dell’umanità, ma anche le Egadi posseggono un fascino speciale e tante bellezze naturali. 
     L’arcipelago, formato da Favignana, Marettimo, Levanzo e sei isolotti minori (alcuni poco più che scogli), si trova a circa 7 km dalla costa occidentale siciliana, di fronte alla città di Trapani, a metà tra basso Tirreno e canale di Sicilia.
     Il nome latino Aegates, con cui le isole erano note nell’antichità, proviene dal greco Aigatai che significa ‘isole delle capre’. 
     Dal 1991 l’arcipelago è un’area marina protetta: con i suoi 53.992 ettari marini, è la seconda per estensione delle zone marine europee salvaguardate. La zona tutelata è suddivisa in quattro zone, dalla A, di riserva integrale, alla D, di sola protezione. Le isole di Favignana, Levanzo e Marettimo, considerate sito di interesse comunitario, sono poi tutelate dalla Regione Siciliana.
    La flora delle isole è caratterizzata da macchia mediterranea assai variegata, con più di 400 specie diverse; la fauna presenta una grande varietà di volatili sia stanziali che migratori, come l'uccello delle tempeste, la berta minore, la berta maggiore, la monachella nera e l'aquila del Bonelli. Dal 2013, nel mare vicino a Marettimo, è possibile trovare anche la foca monaca.
   Marettimo, frazione di Favignana, è la più occidentale e incontaminata delle Egadi; i suoi fondali, sia sabbiosi che rocciosi, custodiscono un prezioso tesoro di biodiversità, infatti le acque vicine a quest’isola sono quelle con il grado maggiore di protezione: vi si trovano cernie, corvine, ricciole, tartarughe caretta caretta, aquile di mare e alcuni esemplari di foca monaca. L’acqua è limpida grazie alle correnti dell’Atlantico. A cinquanta metri di profondità, è stata riscontrata la presenza del raro corallo nero. Suggestive poi le sue diverse grotte marine: la grotta del Cammello, la grotta del Tuono, la grotta della Pipa, la grotta Perciata, la grotta della Ficaredda, la grotta del Presepe, quella della Bombarda e i Ruttiddi, che portano alla grotta degli Innamorati. 
   L’isola, il cui punto più alto è monte Falcone (a 686 metri), è percorsa da vari sentieri, vicino ai quali occhieggiano le piante endemiche come il cavolo delle Egadi e la finocchiella di Boccone.
Più vicina alla costa e a Favignana, di cui è anch’essa frazione, c’è Levanzo,  (continua su il Punto Quotidiano)

Maria D'Asaro, 24 agosto 2025, il Punto Quotidiano

domenica 17 agosto 2025

La prof Ornella Giambalvo e il pozzo a Usolanga (Tanzania)

        Palermo – La professoressa Ornella Giambalvo, docente ordinario di Statistica sociale all’Università di Palermo, una delle circa 3.600 donne (quasi il 19% del totale) che ricoprono quest’importante ruolo nelle università italiane, l’ho già intervistata nell’aprile 2014 (qui il link).
      Mi avevano allora colpita e commossa il suo impegno concreto nel volontariato a Palermo, l’amicizia speciale con Lucio Dalla e il racconto di un viaggio in Tunisia nel 1998, con il ‘miracolo’ di una luna immensa che illuminava sette persone ‘perse’ nel deserto del Sahara, senza tablet e telefonini, in compagnia solo di un ragazzino del luogo e quattro dromedari.
      Ornella è una viaggiatrice instancabile e appassionata: a casa sua c’è un pannello/planisfero con tante bandierine, una per ogni luogo del pianeta che ha visitato. Ma, a marzo scorso, andare in Tanzania, a Usolanga (circa 70 km da Iringa, città del centro-sud del Paese), uno dei ventidue villaggi appartenenti alla missione cattolica di Ismani, è stato un viaggio speciale… E non certo perché, oltre all’aereo per Addis Abeba e poi per Dar es Salaam, ci sono volute quindici ore di macchina in strade sterrate per arrivarci…

Professoressa Giambalvo,  racconti da cosa è nato questo viaggio?

A questa domanda potrei rispondere almeno in 10 modi. Mi limito a 3: dal mio desiderio di conoscenza; dalla mia voglia di “costruire” il bene comune; da don Saverio Catanzaro. Sintetizzando queste tre risposte posso dirti che della missione di Ismani sento parlare da quando sono nata. Don Saverio Catanzaro, prete della diocesi di Agrigento e fondatore della missione, è amico della mia famiglia dal 1962, da prima della mia nascita. Don Saverio, oggi novantenne ma ancora tenace e dinamico, con l’energia di un giovanotto, è partito in missione a Ismani nel novembre del 1972. E quando tornava per un periodo limitato dalla ‘sua missione’, ci raccontava quello che stava facendo (costruiva scuole, chiese, pozzi, casette, strade...), del servizio e della disponibilità offerta alle persone povere. Io lo ascoltavo sempre in religioso silenzio e immaginavo… i miei coetanei di Ismani, la scuola di Ismani… la vita, là. 
Avevo forse dieci anni quando, a un tizio che lo aveva apostrofato così: “Don Saverio, come si sta laggiù con gli zulù?!”  lo sentii rispondere con una battuta secca e definitiva: “Mi sa che i veri zulù siete voi…” che dà l’idea del suo spirito battagliero.
A gennaio, alla sua ennesima proposta ad accompagnarlo in Tanzania, ho detto sì. 
Un sì convintissimo, tanto da lasciare stupito anche lui.

Qual è stata la situazione più difficile da affrontare?

In generale, lasciare i bambini per strada che ci facevano festa, vedere malati in paziente e fiduciosa attesa di cure, incrociare occhi desiderosi di attenzione e pieni di povertà. Fra tutte, la delusione dei bimbi quando andavamo via, era dura da digerire.
E poi mi ha colpito vedere un bambino arrivato con una maglietta bucata, tutta toppe, che non andava bene neppure come strofinaccio, indossare con occhi luccicanti la maglietta azzurra che gli era stata donata. Per riprendere poi da terra la sua vecchia maglietta lercia e strappata… Che gli rividi addosso qualche giorno dopo. Evidentemente la maglietta azzurra era un dono troppo prezioso, da custodire bene, centellinandone l’utilizzo.

E il momento più bello?   (continua su il Punto Quotidiano)

Maria D'Asaro, il Punto Quotidiano, 17 agosto 2025

martedì 12 agosto 2025

Figlio di madre...

Pablo Picasso: Madre e figlio (1902)
      Da psicopedagogista, su richiesta della collega di Lettere, andavo spesso nella sua classe, specialmente durante i laboratori pomeridiani, anche perché, oltre alla sua, c’erano altre situazioni complicate. 
      Non so se mi riconosce quando ci incrociamo per strada. Forse sì, ma fa finta di niente.  La sua storia particolare però non la dimentico: sua madre, già sposata e con due ragazzine, lo aveva avuto da un altro, che poi era morto… E lei, senza soldi e sostegno, già ammalata e con il figlio piccolino, era tornata nella vecchia famiglia. Il bambino era cresciuto anche con l’affetto e la cura delle sorelle. 
    A scuola era taciturno, disegnava sempre soggetti inquietanti (soprattutto armi e persone trucidate). Forse la passione per il disegno era un lascito del papà che, mi diceva la mamma durante uno dei tanti accorati colloqui, si dilettava a dipingere. Era raro che il ragazzino aprisse un libro. Portarlo in terza media è stato un miracolo, compiuto soprattutto dalla sua docente di lettere. 
     Sua madre è morta quando ha finito la scuola media. Ho poi incontrato le sorelle che continuano cordialmente a sorridermi e che, credo, si prendano ancora cura di lui, una in particolare.
    Il suo onomastico, proprio due giorni fa…  Anche ora non è molto alto, ma ha spalle poderose e capelli castano-rossicci raccolti in un codino. Quando l’ho incontrato, una settimana fa, camminava con falcate lunghe e decise, ascoltando musica con gli auricolari e canticchiando tra sé, fuori dal mondo.
      Gli ho augurato di cuore, in silenzio, una sinfonia di note che doni armonia nella sua vita…

domenica 10 agosto 2025

Selinunte, parco archeologico super

     Palermo – Con sessantuno siti, l’Italia detiene il primato mondiale di luoghi riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’umanità e precede la Cina e Germania che ne contano rispettivamente sessanta e cinquantacinque. 
    La Sicilia, insieme alla Campania, con sette siti Unesco è la quarta regione italiana, dopo la Lombardia che ne ha dieci, il Veneto nove e la Toscana otto. Questi i siti Unesco siciliani: Valle dei Templi di Agrigento; Siracusa e la Necropoli rupestre di Pantalica; Villa Romana del Casale, di Piazza Armerina; Isole Eolie; Etna; Città tardo barocche della Val di Noto; Arte araba-normanna di Palermo e cattedrali di Cefalù e Monreale.
      Non è (ancora) bene patrimonio dell’umanità, ma Selinunte, sulla costa sud-occidentale della Sicilia, in provincia di Trapani, con il suo parco archeologico di circa 270 ettari (che diventano 377 con i siti dipendenti di Cave di Cusa e Pantelleria) è meta turistica suggestiva, di grande interesse storico e paesaggistico-naturalistico. Istituito dalla Regione Siciliana nel 2013, il parco archeologico di Selinunte è il più esteso di tutta l’Europa ed è uno dei maggiori dell’area mediterranea.
      Il nome greco Selinùs deriva da (continua su il Punto Quotidiano)

Maria D'Asaro, 10 agosto 2025, il Punto Quotidiano

mercoledì 6 agosto 2025

Gertrude Anscombe, niente laurea a Truman

  
     Palermo – Le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki furono rase al suolo da due bombe atomiche lanciate dagli Stati Uniti d’America il 6 e il 9 agosto 1945. I morti furono 140.000 a Hiroshima e 70.000 a Nagasaki, se si contano sia le vittime immediate che quelle decedute nel corso del 1945 per le radiazioni e le ferite riportate. 
     Ad autorizzare le atomiche fu l’allora presidente degli USA Harry Truman.
    Il 20 giugno del 1956 l’Università di Oxford, nel Regno Unito, conferì una laurea ad honorem all’ex Presidente degli Stati Uniti, in riconoscimento del suo servizio agli USA. 

    Tale decisione suscitò proteste da parte di alcuni studiosi: l’opposizione più eclatante fu quella della professoressa Gertrude Elizabeth Margaret Anscombe, docente di filosofia.
     Gertrude Anscombe (nata nel 1919 a Limerick, in Irlanda, morta a Cambridge nel 2001) fu allieva ed amica di Ludwig Wittgenstein, di cui aveva studiato, tradotto e pubblicato gran parte delle opere, in particolare le Ricerche filosofiche. È stata poi una studiosa di filosofia della mente, filosofia dell'azione, logica filosofica, filosofia del linguaggio ed etica. Il suo testo principale è Intenzione, e si occupa dei concetti di intenzione, azione e ragionamento pratico.

  Dal testo di Rosella Prezzo Guerre che ho solo visto (Moretti&Vitali, Bergamo, 2025) ecco uno stralcio del discorso pronunciato dalla studiosa per motivare il suo dissenso al conferimento dell’onorificenza a Truman: (continua su il Punto Quotidiano)

Maria D'Asaro, 3 agosto 2025, il Punto Quotidiano